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Riforma della PAC: la posizione di Confagricoltura Lombardia

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Riforma della PAC: la posizione di Confagricoltura Lombardia

Il processo di riforma della Politica Agricola Comunitaria sta entrando nella sua fase finale, con l’apertura della discussione, nel contesto nazionale, riguardo le scelte che la Commissione Europea ha demandato ai singoli Stati membri.

Scelte di grande importanza, da cui dipenderà il reale impatto della nuova PAC sul comparto agricolo italiano e sulle aziende che operano nel suo contesto.

In tale circostanza, Confagricoltura Lombardia, in occasione del suo Consiglio Direttivo svoltosi lunedì 16 settembre, ha voluto delineare la sua posizione rispetto ai principali temi in discussione, partendo dalla necessità di mantenere i premi erogati su livelli quanto più possibile vicini a quelli attuali, in considerazione della forte rilevanza che essi rivestono ai fini della formazione del reddito delle aziende agricole e della difficile contingenza economica che il nostro settore sta affrontando.

Riguardo al Regime dei Pagamenti Diretti, queste le posizioni espresse da Confagricoltura Lombardia:

-regionalizzazione: si propone la suddivisione del territorio nazionale in aree omogenee, anche con confini differenti da quelli amministrativi, con la successiva determinazione di un pagamento unico di entità differenziata per ciascuna area, evitando l’applicazione di un flat rate unico su scala nazionale;

-convergenza: al fine di limitare l’impatto sulle aziende, si ritiene opportuno che la convergenza del valore dei titoli venga applicata in maniera graduale, utilizzando l’opzione prevista a livello comunitario che consente il raggiungimento di un livello omogeneo dei pagamenti nel 2019;

-stratificazione: relativamente alle tre componenti obbligatorie (base, greening e giovani) si richiede che l’applicazione del regime riservato ai giovani agricoltori venga attivato nella misura massima prevista dalle norme comunitarie (2 % del massimale nazionale), mentre per le misure di inverdimento è fondamentale prevederne un’applicazione che riduca il suo impatto negativo sulle aziende.

L’eventuale applicazione delle altre componenti (pagamento ridistributivo, aree svantaggiate, piccoli agricoltori) dovrà essere valutata in funzione delle altre scelte applicative, mentre si ritiene opportuna l’attivazione dei pagamenti accoppiati a sostegno di comparti non sostenuti adeguatamente attraverso le componenti obbligatorie.

agricoltore attivo e soglia minima del premio: al fine della definizione di tale figura, unica possibile destinataria dei premi PAC, si ritiene opportuno fare riferimento all’iscrizione alla Camera di Commercio, considerando come “agricoltori attivi” tutte le aziende iscritte nell’apposita sezione o le aziende che percepiscano un premio di entità minima di 1.000 euro, mantenendo le esclusioni previste a livello comunitario attraverso la cosiddetta “black list”.

In relazione allo Sviluppo Rurale, si ritiene come esso debba rappresentare lo strumento fondamentale per sostenere la competitività economica e produttiva delle aziende.

Tali obiettivi possono essere realizzati attraverso un processo di progressiva e costante innovazione, che trova il proprio necessario presupposto nell’attività di ricerca e si completa attraverso il trasferimento e l’introduzione nel contesto aziendale delle conoscenze così raggiunte, anche attraverso percorsi di consulenza mirata a favore delle aziende agricole.

Fondamentale sarà quindi garantire un forte sostegno all’ammodernamento aziendale, in relazione alla propensione all’investimento delle aziende agricole lombarde anche nell’attuale contesto economico negativo.

Altrettanto importante sarà garantire un adeguato sostegno all’insediamento in azienda dei giovani agricoltori, al fine di favorire un processo di avvicendamento generazionale nel nostro comparto.

Riguardo le misure di natura ambientale, è fondamentale affermare il principio che le aziende agricole rappresentino una presenza irrinunciabile ai fini della salvaguardia del territorio e come molti ambienti naturaliformi siano in realtà il prodotto dell’azione dell’uomo e dell’agricoltura in particolare.

Occorre quindi coniugare in maniera virtuosa gli obiettivi della sostenibilità ambientale a quelli della competitività, evitando l’applicazione di eccessivi vincoli alla pratica agricola nelle aree di particolare interesse ambientale.

Da un punto di vista operativo, alla luce dell’andamento dei precedenti periodi di programmazione rurale, si ritiene opportuna l’attivazione di Programmi nazionali di sostegno per i singoli comparti, allo scopo di garantire un utilizzo più razionale dei fondi assegnati al nostro Paese e di evitare il rischio del loro disimpegno.

In alternativa a tale soluzione, risulterebbe fondamentale l’elaborazione, da parte del Ministero delle Politiche Agricole, di linee guida inerenti gli interventi riservati ai singoli comparti produttivi, al fine di evitare i possibili effettivi distorsivi che potrebbero derivare dall’attivazione di interventi differenziati nell’ambito dei singoli Programmi di Sviluppo regionali.

2013-09-20

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