Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 20.50

Riforma Pa:, non cambia rapporto con cittadini Per la Cgil, è poco coraggiosa

Bene, invece, la parte contro la corruzione

| Scritto da Redazione
Riforma Pa:, non cambia rapporto con cittadini Per la Cgil, è poco coraggiosa

Il sindacato di corso d'Italia in audizione alla Camera conferma il giudizio negativo sul decreto. ". Altra richiesta, unificare il sistema regole tra pubblico e privato. “Un progetto poco coraggioso, senza un vero e visibile disegno di riforma, che non cambierà in alcun modo il rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione”. Così la Cgil ribadisce il giudizio sul decreto legge che interviene sulla Pa (90/2014) nel testo consegnato oggi in audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati. Il sindacato di corso d'Italia sostiene infatti che “è necessario per noi che siano i cittadini, il paese, al centro del progetto”, così come “sempre maggiore è l'urgenza di un progetto di riforma delle Pubbliche amministrazioni”, che “deriva anche dai tanti fenomeni di corruzione, di tagli e di aumentata inefficienza”. Ma per la Cgil “una riforma è fatta innanzitutto di scelte politiche anche di lungo periodo strategie. Sono proprio quelle scelte politiche che oggi non si individuano. Faremo la nostra parte nella direzione della riforma ed anzi sfidiamo il Governo a mettere al centro le persone ed i soggetti che fruiscono dei servizi pubblici in tutte la aree del paese”. L'organizzazione guidata da Susanna Camusso 'salva' dal decreto “le norme di contrasto alla corruzione che rispondono ad una situazione di emergenza politica e morale e alle quali dovranno seguire ulteriori misure in tema di appalti con una riforma organica e di reintroduzione del reato di falso in bilancio per il quale continuiamo a chiedere tempi di approvazione rapidi”. Ma nel merito del provvedimento emergono, tra le altre cose, “sempre di più, anche alla luce della documentazione prodotta, i numerosi interventi ordinamentali che non dovrebbero far parte di un provvedimento i cui requisiti sono la necessità e l'urgenza”. Mentre l'unico disegno 'esplicito' che esce fuori “è il ritorno ad una scoperta occupazione da parte della politica sull’amministrazione pubblica, ora attraverso l’incremento delle quote di nomina di dirigenti esterni scelti discrezionalmente dalla politica per il sistema delle autonomie locali e poi con la legge delega per tutta la dirigenza”. “ Per questo, conclude il sindacato di corso d'Italia, “contro una politica che vuole un rapporto di lavoro e una Pa subalterna, l’antidoto non può che essere l’unificazione del sistema di regole tra lavoro pubblico e privato”.

Fonte: rassegna sindacale 

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