Sabato, 04 maggio 2024 - ore 02.44

Righe composite di risposta al Gian Carlo | G.Carnevali

| Scritto da Redazione
Righe composite di risposta al Gian Carlo | G.Carnevali

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 4,1-11)
Volentieri si parla, a torto oppure a ragione, di “FRECCIATE” (allusione volutamente mordace e maligna).
“In quel tempo Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentano dal diavolo. Dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino Pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.  È da fare un'osservazione: il demonio non possiede alcun tipo di potere o di ricchezza, tant’è vero che nelle sue tentazioni egli non offre nulla di suo, bensì in questo caso specifico fa presente a Gesù cose che Egli già era in grado di fare (gli era possibile trasformare le pietre in pane, gli sarebbero certamente venuti in soccorso gli angeli se si fosse buttato giù dal monte e, inoltre, essendo Figlio di Dio gli sarebbe stato possibile dominare il mondo intero), ma tutto ciò andava contro la sua Santa opera, affidatagli dal Padre. Non oso accostare chi, tra gli estensori di trasparenti risposte al Gian Carlo da lui definite niente meno che FRECCIATE, possa assumere le sembianze di diavolo piuttosto che di Gesù.
Ma questa è un’altra storia. Ciò che invece mi preme (premesso che il passaggio del Vangelo di Matteo di cui sopra sia di semplice e comune “metabolizzazione” (e lettura), penso che un vero amico si riconosce....nel momento del bisogno. L’amico è colui che arriva quando tutto il “mondo” se ne va, è colui che non ti abbandona mai, è colui che è sempre pronto ad aiutarti, è colui che se deve dirti qualcosa….TE LO DICE IN FACCIA senza tanti “se” neppure “ma”, è colui che sa STRAPAZZARTI QUANDO E’ GIUSTO CHE LO FACCIA (o almeno quando lo ritiene opportuno). Così a quell’amico rimane sempre e comunque la consapevolezza di avere fatto del suo meglio, certo, in BUONA FEDE. E…chiudiamola qua, va là: “Il debole che si piega, non per virtù ma per capacità d’interna rivolta, per durarla con minor fatica o per essere colpito di meno, prende il colore della stagione.
Gli hanno lasciato l’occhio ma sostituito la pupilla; il cuore , ma è cambiato il sentimento. E’ uno dei più pietosi spettacoli di ogni era”. (don primo Mazzolari). Ciao Gian Carlo caro, per mia fortuna non sarò mai da annoverare tra uno di quei “cabrones”.     
giorgino  carnevali

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