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Rischio sismico. Esercitazione della protezione civile a Soncino e Romanengo

| Scritto da Redazione
Rischio sismico. Esercitazione della protezione civile a Soncino e Romanengo

Ne giorni scorsi si è svolta una esercitazione  della Protezione Civile a Soncino e Romanengo sul rischio sismico.
Diverse associazioni ambientaliste hanno emesso il comunicato che pubblichiamo.
CONTRIBUTO ALLA ESERCITAZIONE INTERPROVINCIALE  DELLA PROTEZIONE CIVILE – 18/20 OTTOBRE 2013   A Soncino e a Romanengo nei giorni scorsi si è svolto un evento importante: la prima esercitazione che coinvolge i Volontari della Protezione Civile di varie Province lombarde sul tema del rischio sismico.

Questa iniziativa non può che ricevere il plauso ed il sostegno da parte di chi – comitati, associazioni, semplici cittadini – è sensibile ai temi della sicurezza e della salute della popolazione locale, della salvaguardia del patrimonio storico-artistico e dell’attenzione verso le non poche criticità che il nostro territorio presenta.

Poiché molti di noi hanno negli ultimi anni maturato per ragioni differenti una certa conoscenza del nostro territorio circa gli aspetti sismici che opportunamente l’esercitazione in corso ha lo  scopo di mitigare, vorremmo con spirito di collaborazione e d’amicizia indicare non già come minimizzare il rischio sismico, ma come analizzarne l’origine.

È per questo che offriamo l’opportunità di analizzare la seguente figura tratta dal sito ufficiale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – Roma

(http://diss.rm.ingv.it/GFMaplet3_INGV/GFMaplet/Default )

In essa si possono osservare, a riprova della complessità ed instabilità sismica propria del nostro territorio (sismicità naturale):

1) la sorgente sismogenica (potenzialmente produttrice di terremoti) composita ITCS 010,   chiamata “Western S-Alps internal thrust” ed in relazione alla quale è indicata (dato INGV) la “Max Magnitude 5.5”, cioè la magnitudo massima che tutta l’area di sua pertinenza può potenzialmente generare in ogni suo punto;

2) la sorgente sismogenica composita ITCS 072, chiamata “Capriano-Castenedolo back-thrust” e per la quale si indica “Max Magnitude 6.1”;

3) la sorgente sismogenica composita ITCS 002, chiamata “Western S-Alps external thrust” e per la quale si indica “Max Magnitude 6.1”. Tale zona, che si sovrappone tra Montichiari e Soncino alla sovrastante ITCS072, si estende su una larga porzione della Lombardia centrale e ad oriente si incunea nell’arco alpino interessando la sponda orientale del Lago di Garda;

4) la sorgente sismogenica individuale ITIS 069 – Salò (terremoti del 1901 e del 2004);

5) la sorgente sismogenica individuale ITIS 104 – Romanengo; questa sorgente sismogenica è responsabile del terremoto particolarmente distruttivo del 12 maggio 1802 detto “di Soncino” 

(http://diss.rm.ingv.it/dissNet/diss/CadmoDriver?_action_do_single=1&_state=find&_token=SEARCHENGINESXOK&_page=pGGSources_l&IDSource=ITIS104 )

Analizzando meglio il nostro territorio si sono anche evidenziate possibili insorgenze sismiche per effetto antropico, ovvero causate dall’attività umana in zone non necessariamente vocate a produrre naturalmente dei terremoti (sismicità indotta).

E’ proprio di questi ultimi tempi l’aumento (per molti non sempre giustificato dal punto di vista economico/ambientale e della salute e sicurezza umana) dell’interesse minerario per il nostro sottosuolo. Abbiamo così potuto ad esempio constatare, supportati da un’estesa letteratura scientifica, che la presenza di numerose attività minerarie relative alla gestione/ricerca del gas metano potrebbe dare origine ad effetti sismici molto concentrati territorialmente (come è stato riconosciuto da tempo in altri Paesi, dove si prevedono risarcimenti per i danni dei sismi indotti).

Vediamo nell’immagine qui riportata quanto numerosi siano gli impianti che, per recente ammissione delle stesse autorità ministeriali italiane, potrebbero originare sismi di magnitudo M3.0, valore che il gestore degli stessi dovrebbe opportunamente impedire che venga superato.

I rettangoli sovrapposti alla precedente cartina individuano gli stoccaggi inseriti nel contesto della sismicità naturale della Valle Padana, più precisamente quelli in esercizio di Brugherio, Settala, Sergnano (iter sovrapressione) e Ripalta (iter sovrapressione), oltre a quelli di Cornegliano Laudense, Romanengo, Bordolano e Bagnolo Mella/Capriano del Colle, a diversi livelli di avanzamento dell’iter amministrativo; i cerchi di raggio 10 km rappresentano le aree all’interno delle quali si potrebbero originare sismi indotti M3.0 secondo le prescrizioni ministeriali, aree non trascurabili che a questo punto si aggiungerebbero ai territori dei Comuni di Casaletto di Sopra, Romanengo, Soncino e Ticengo, già inseriti in zona sismica S=2 (la stessa della città abruzzese dell’Aquila, colpita dal sisma del 2009).

Vale, non per ultima come importanza, la considerazione che, per esempio, la presenza di tali impianti sommata alla naturale instabilità tettonica del sottosuolo del nostro territorio potrebbe aprire altri e per nulla trascurabili scenari sismici, frutto della interazione dell’attività umana sulla sismicità naturale di una data zona, che verrebbe stimolata ad attivarsi (sismicità attivata).

Auspichiamo che questo brevissimo contributo possa risultare di qualche interesse e possa altresì stimolare la riflessione di tutti in merito alle non poche criticità che il nostro territorio presenta anche dal punto di vista del rischio sismico.

Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutti i Volontari coinvolti nell’esercitazione per la loro fattiva e preziosa presenza, augurando loro buon lavoro!

Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia | Associazione ApertaMenteLab – Soncino

Comitato civico per la difesa e la tutela del patrimonio ambientale – Casaletto di Sopra

Comitato No Gasaran - Sergnano

2013-10-21

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