Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 13.23

Salute.In vendita primo superpodoro antiossidante

| Scritto da Redazione
Salute.In vendita primo superpodoro antiossidante

Salute.In vendita primo superpodoro antiossidante
E' protocco dal Consorzio Casalasco del Pomodoro in Rivarolo del Re (Cremona)
SALUTE: IN VENDITA PRIMO SUPERPOMODORO CON TRIPLO ANTIOSSIDANTE
Coldiretti: è  il risultato di un progetto tutto italiano dal campo alla
tavola

Potrà essere finalmente acquistato sul mercato nazionale tra pochi giorni il
primo superpomodoro naturale tutto Made in Italy con un contenuto di
licopene tre volte superiore rispetto alle varietà di pomodoro vendute per
il consumo fresco e più elevato del 58 per cento rispetto a quelle coltivate
per la trasformazione, che secondo numerosi studi scientifici risulta essere
un antiossidante efficace contro l'invecchiamento, nella prevenzione delle
malattie cardio-vascolari e anche dei tumori alla prostata. La presentazione
è avvenuta nella sede della Coldiretti dove il Presidente Sergio Marini ha
sottolineato che "si tratta di un successo tutto italiano perché risultato
di una sperimentazione realizzata nei campi nazionali e coltivato,
trasformato e venduto dalle cooperative del Consorzio Interregionale
Ortofrutticoli (CIO) e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, che aderiscono
al progetto per "Una filiera agricola tutta Italiana" della Coldiretti.

Il superpomodoro italiano è stato ottenuto dopo anni di ricerca e
sperimentazione con metodi del tutto naturali, che hanno permesso di
individuare una varietà ad elevato contenuto di licopene adatta alla
coltivazione nei terreni nazionali, senza ricorrere ad Organismi
geneticamente modificati (Ogm). La tipologia di pomodoro selezionata ha una
pezzatura delle bacche di circa 70 grammi, forma rotondeggiante, buccia
liscia e più rossa ma, oltre ad avere un maggior contenuto in licopene, è
anche, organoletticamente parlando, più gustosa. Nel 2010 la varietà di
superpomodoro è stata quindi coltivata in campo da una trentina di aziende
agricole localizzate soprattutto in Emilia Romagna e Lombardia, ma anche in
Piemonte e Veneto, aderenti al sistema del CIO, secondo metodi di
coltivazione integrata, cioè nel rispetto di disciplinari di produzione che
orientano i produttori verso processi produttivi rispettosi dell'ambiente,
che valorizzano metodi conservativi delle risorse naturali (acqua, suolo,
energia) e quindi ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibili.

Il prodotto raccolto dal campo è stato inviato presso lo stabilimento del
Consorzio Casalasco del Pomodoro in Rivarolo del Re (Cremona) per la
trasformazione industriale, che consente di esaltare le proprietà del
licopene presente. Infatti secondo recenti studi scientifici, il licopene e'
maggiormente disponibile nel pomodoro cotto, perche' la sua molecola, per
attivarsi e combattere i radicali liberi, ha bisogno di essere spezzata e
questo avviene durante la cottura.

Il risultato sono una superpolpa e una superpassata di pomodoro con il più
elevato contenuto di licopene, ma anche caratterizzati da qualità
organolettiche uniche, che possono essere acquistate sul mercato per la
prima volta in Italia dove sono in vendita con il marchio Pomì L+. Si tratta
dell'unico pezzo di Parmalat salvato dalla conquista straniera grazie
all'acquisizione realizzata dagli agricoltori associati alle cooperative del
CIO e del Consorzio Casalasco del Pomodoro per valorizzare la produzione
italiana dal campo alla tavola. A 150 anni dall'Unità d'Italia si tratta di
una vera rivoluzione per il prodotto più rappresentativo dell'identità
nazionale e componente di base della dieta mediterranea, che ha garantito
record di longevità agli italiani. 

"E' possibile fare ricerca con risultati concreti che rispondono a reali
esigenze dei produttori e dei consumatori senza ricorrere a metodi
innaturali come la manipolazione genetica", ha affermato il presidente della
Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "è più facile il trasferimento
delle innovazioni dal campo alla tavola quando è più diretto il rapporto tra
produttori e consumatori come nel progetto della Coldiretti per 'la filiera
agricola tutta italiana' che punta ad offrire prodotti al cento per cento
italiani firmati dagli stessi agricoltori".

"CIO ha aderito sin dall'inizio ad "Una filiera agricola tutta italiana"
perché questo progetto di Coldiretti rappresenta non solo il nostro modo di
fare filiera ma anche l'obiettivo principale del nostro essere cooperativa",
ha affermato Marco Crotti, Presidente del Consorzio Interregionale
Ortofrutticoli (CIO) nel sottolineare che "Pomì L+ vuole essere la risposta
concreta a questo progetto: una passata di pomodoro 100% italiano, dal seme
alla trasformazione, che nasce nei nostri campi per dare risposta alle
richieste del consumatore. Partendo da esigenze di salubrità e gusto abbiamo
ottenuto un pomodoro non geneticamente modificato ma altamente innovativo,
particolarmente gustoso e che strizza l'occhio alla salute".

"Il superpomodoro è caratterizzato da un contenuto triplo di licopene che un
prodotto del tipo alfa-carotene, che esercita un'azione preventiva
nell'insorgenza dei tumori della prostata nel maschio e degli annessi nella
femmina", ha affermato il prof. Giorgio Calabrese docente di Alimentazione e
Nutrizione Umana all'Università Cattolica nel sottolineare che "la maggiore
temperatura  ne favorisce il maggior contenuto e il migliore assorbimento a
livello intestinale". "Utile ai piccoli per crescere sani, agli adulti per
vivere in modo granitico e agli anziani per prolungare la funzionalità di un
corpo che - ha precisato Calabrese - nella vita ha  superato abbastanza
difficoltà anche organiche.

Per quasi la metà degli italiani (45 per cento) la pasta al sugo di pomodoro
è il simbolo culinario dell'Unità d'Italia che accomuna gli italiani a
tavola del sud, del centro e del nord e batte, anche se di poco, la pizza
che - sottolinea la Coldiretti - raggiunge il 39 per cento delle preferenze
mentre percentuali residuali riguardano altri cibi che si sono affermati
nella tradizione culinaria Made in Italy come il gelato, la bruschetta con
l'olio extravergine d'oliva e il minestrone di verdure che non superano la
soglia del 3 per cento e l'insalata caprese con appena l'uno per cento,
secondo il sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it. l pomodoro è
infatti il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che si stima
consumino in famiglia circa 550 milioni di chili di pomodori in scatola o in
bottiglia all'anno. Ogni famiglia - continua la Coldiretti - durante l'anno
acquista almeno 31 kg di pomodori trasformati e, a essere preferiti, sono
stati nell'ordine i pelati (12 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o il
pomodoro a pezzi (5 Kg) e i concentrati e gli altri derivati (3 Kg).
 

Nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8mila
imprenditori agricoli che coltivano su circa 85.000 ettari, 178 industrie di
trasformazione in cui trovano lavoro ben 20mila persone, con un valore della
produzione superiore ai 2 miliardi di euro. La produzione italiana di
pomodoro destinato alla trasformazione industriale nel 2011, secondo le
quantità contrattate dalle industrie, sarebbe - sottolinea la Coldiretti -
di 5,5 milioni di tonnellate, in calo del 14 per cento rispetto ai 6,4
milioni di tonnellate nel 2010. Si tratta - precisa la Coldiretti -
dell'effetto della contrazione dei campi coltivati nel 2011 che si sono
ridotti a 74.087 ettari, a fronte dei 79.208 dello scorso anno. Ad aumentare
sono invece gli arrivi dall'estero. Sono infatti quasi raddoppiate nel primo
trimestre del 2011 le importazioni di concentrato di pomodoro straniero (+81
%) con gli arrivi dagli Stati Uniti che sono addirittura quadruplicati (+290
per cento) mentre crescono anche quelli dalla Cina (+34 per cento) che -
rileva la Coldiretti - si conferma di gran lunga il primo fornitore
dell'Italia, nonostante i noti problemi qualitativi e di scurezza
alimentare.

La Cina - riferisce la Coldiretti - ha iniziato la coltivazione di pomodoro
per l'industria nel 1990 e oggi, dopo aver superato l'Unione Europea,
rappresenta il secondo bacino di produzione dopo gli Stati Uniti. Dalle navi
sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e
confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è
obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di
coltivazione del pomodoro. Ogni giorno in media arrivano nei porti italiani
oltre mille fusti di concentrato di pomodoro dalla Cina che finisce sulle
tavole mondiali come condimento tipico dei piatti Made in Italy. Una
situazione insostenibile per i consumatori e i produttori del Made in Italy
che - conclude la Coldiretti - provoca danni economici diretti e di immagine
al prodotto "nostrano" sul quale pesano gli effetti di una concorrenza
sleale dovuta a situazioni di dumping sul piano sanitario, ambientale e
sociale.

COLDIRETTI - 335 8245417 - 06 4682487  - FAX 06 4871199 - www.coldiretti.it

 

 

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