Parola di… Arnaldo De Porti (che non vale per certuni)
Oggi voglio dire la mia, se vuoi anche assumendo toni economicamente revanscistici rispetto a coloro, quelli del nostro management governativo, che si ritengono all’altezza della situazione ed invece, non soltanto a mio avviso, non lo sono affatto; anzi, mi permetterei di aggiungere che certuni valgono meno di uno studente delle prime classi superiori (dico così tanto per non umiliarli).
Non vado a spiegare che una classe di nominati nell’interesse di un capo non possono essere sempre delle aquile come, del resto abbiamo già constatato in questi ultimi anni: voglio solo, prendendo lo spunto dal ricordo di due personaggi che ho conosciuto: Bruno Visentini, deceduto nel 1995 e Beniamino Andreatta, deceduto, dopo sette anni di coma, nel 2007., per affermare con assoluta certezza che, nell’intento di diminuire il debito pubblico si sta invece complicando le cose: la nomina infatti di Carlo Cottarelli volta a fare una revisione della spesa delle amministrazioni statali, si tradurrà in una bufala. E non di poco conto.
Per ripianare il debito pubblico, come ho documentato per iscritto almeno un migliaio di volte, peraltro del tutto inascoltato, è necessario rivedere il discorso “Regioni” e non le “Province”. Il salasso che ogni mese subisce lo stato a causa della duplicazione di se stesso in ventuno regioni, a mio avviso del tutto inutili, dispendiose, portatrici solo di burocrazia farraginosa e occupate da tanto personale che, ai livelli alti, fa solo la bella vita come ho avuto modo di constatare de visu, non è necessario chiamare un italo-americano come il dott. Cottarelli per mettere a posto le cose, ma rivedere la costituzione al titolo quinto. Le province invece devono restare in quanto sono le istituzioni più vicine al cittadino, come i comuni, mentre le regioni sono oggi delle cattedrali nel deserto che non dialogano con nessuno, ma complicano la vita delle imprese, degli enti intermedi e soprattutto della gente !!!
Se il Capo dello Stato ed il Governo in generale non hanno ancora capito (ma fingono di non capire) che questa è l’unica strada per risolvere il problema del debito pubblico, ciò sta a significare che sono in assoluta mala fede. E se non faranno questo, ovviamente per non perdere consensi, a breve ci ritroveremo con un Grillo che prenderà il 51 % dei voti, come ha detto ieri anche il nostro capo del governo, Enrico Letta.
All’inizio, non a caso, ho ricordato due grandi personaggi dell’economia e della finanza : io penso infatti che, se essi fossero ancora qui fra noi, questo nostro governo sarebbe già stato spazzato via; e ciò, non certo come vorrebbe Grillo, ma attraverso lo strumento della acuta intelligenza, serietà e buon senso di Visentini ed Andreatta, requisiti oggi del tutto assenti in questa governance ibrida ed incapace. Realtà che avrebbe sicuramente risanato, oltre al debito pubblico, anche la testa di tanti italiani votati al masochismo politico da oltre un ventennio. Soggiogati da politiche oscene e padronali.
Ricordo, e lo giuro sul Vangelo, che un giorno Beniamino Andreatta, in Sala Muccin del Centro Diocesano Giovanni XXIII di Belluno, mi disse le testuali parole : “…se vanno su quelli lì, l’Italia si sfascia…”
Parole sante e profetiche !
ARNALDO DE PORTI
(dx Beniamino Andreatta con De Porti )
2013-11-23