Enel, scriveva poco fa Reuters, ha raggiunto un accordo globale per vendere parte della sua partecipazione del 66% in Slovenske Elektrarne al gruppo energetico ceco EPH, con il quale erano iniziati dei colloqui per una trattativa in esclusiva nell’agosto scorso. La negoziazione in esclusiva si sarebbe dovuta concludere il 16 ottobre, ma benché si sia raggiunto un accordo globale sull’operazione, una fonte accreditata del gruppo italiano sostiene che i colloqui tra le parti saranno proseguiti per un altro mese per definire i dettagli.
Enel ha intenzione di cedere la sua partecipazione in due fasi, e in primo momento, presumibilmente entro quest’anno, si procederà alla vendita di un pacchetto di circa metà delle azioni in mano a Enel. La somma incassata dalla vendita è prevista far parte del piano di dismissioni di Enel del valore di 5 miliardi di euro. La seconda parte della partecipazione sarebbe ceduta una volta completato il raddoppio della centrale atomica di Mochovce, il cui quarto blocco dovrebbe entrare in operazione entro la fine del 2017.
Dopo la seduta del governo di ieri il ministro dell’Economia Vazil Hudak ha confermato la volontà dello Stato di avere più potere nella gestione di Slovenske Elektrarne, produttore dominante di energia elettrica in Slovacchia. Il governo è in attesa di una analisi approfondita che fornirà dettagli sulla convenienza di un rafforzamento della presenza azionaria dello Stato in SE attraverso l’acquisto di una quota dall’azionista di maggioranza Enel. L’opzione più ovvia sarebbe l’acquisto di un ulteriore 17% di SE da aggiungere all’attuale 34% per arrivare al controllo della società, ma si tratta comunque di un esborso importante di soldi pubblici. Un’altra opzione è quella di trovare un accordo con gli azionisti (insieme ad Enel sta per arrivare EPH) per una modifica dei patti parasociali, che lascino al governo maggiori poteri nella gestione con ad esempio un diritto di veto su questioni fondamentali.
Fonte: Buongiorno Slovacchia
