Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 03.08

Sollazzo A. (PSI). LIbia ,la grande ipocrisia

| Scritto da Redazione
Sollazzo A. (PSI). LIbia ,la grande ipocrisia

Sollazzo A. (PSI). LIbia ,la grande ipocrisia
Mentre tutta l'Europa è attanagliata da una crisi profonda, dai contorni tutti da verificare,-ha dichiarato Angelo Sollazzo, della Segreteria Nazionale del PSI- si continuano a sperperare miliardi di euro per una guerra inutile e pericolosa.
Anche la Francia, a cui prudevano le mani per riconquisratre  un proprio ruolo nel Mediderraneo, unitamente alla speranza di  scalzare noi italiani nelle concessioni petrolifere del  Paese nord-africano ed alla necessità di svuotare  gli arsenali militari di armi ormai obsolete, sta rimeditando la sua partecipazione ad una guerra che sembra non voler finire e con costi superiori al previsto.
L'Italia  si avvicina ad una spesa militare  di  due miliardi di euro e nel momento in cui  viene richiesto agli italiani di stringere la cinghia, pare un'assurdità continuare  in una avventura che potevamo certamente risparmiarci.
Non una posizione di privilegio in quel Paese, che tra l'altro già avevamo, tra baciamani ed offerte di hostess, non un vero intervento umanitario in quanto trattasi  di una faida tra tribù e di vecchi rancori  tra tripolini e cirenaici, non una richiesta di aiuto da una delle parti in causa, considerando che i ribelli sono gli uomini che per quaranta anni  sono stati al fianco di Gheddafi, commettendo gli stessi  misfatti del Rais, nulla di tutto ciò poteva giustificare l'intervento italiano e non solo con  la concessione delle proprie basi,. ma addirittura  bombardando le città libiche.
Il risultato è che le vittime civili realmente acclarate son quelle  fatte  dagli errori degli aerei della Nato, mentre i combattenti  sbeffeggiano le grandi potenze militari e le loro alte tecnologie.
In questi giorni le parti in conflitto hanno ripreso a parlarsi, la Russia e la Cina, pur adottando misure anti-Gheddafi , mostrano sempre maggiore insofferenza.
Insomma dopo l'Iraq , con le inesistenti armi di distruzioni di massa, ora una guerra per il petrolio libico. Tutto questo comporta  l'acquisto di aerei, bombardieri ed elicotteri  e spese complessive per l'esercito italiano per   oltre  27 miliardi.
 La crisi puo attendere.

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