Un vero e proprio pasticcio quello scongiurato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito alla decreto sulla cannabis light. Pasticcio creato dallo stesso dicastero, attenzione, perché un precedente decreto del ministro della Salute aveva inserito nella tabella dei “medicinali a base di sostanze attive stupefacenti” le “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis”. Tradotto: da domani, venerdì 30 ottobre, il Cbd, ovvero il principio attivo contenuto nella cannabis light, si sarebbe trasformato per legge in sostanza stupefacente.
Una decisione che avrebbe in sostanza colpito a morte il mercato della canapa a basso contenuto di Thc, che viene adottata legalmente per scopi terapeutici. Nella giornata di ieri la retromarcia, con un nuovo decreto con cui Speranza sospende l’efficacia di quello precedente e rinvia la decisione definitiva ad un tavolo di lavoro che sarà convocato con l’obiettivo di affrontare la tematica “in maniera sistematica e complessiva”. Lo stesso ministro Speranza, invita ufficialmente l’ISS, l’Istituto Superiore della Sanità, e il CSS, il Consiglio Superiore della Sanità, ad esprimersi con una rivalutazione complessiva e l’aggiornamento delle tabelle degli stupefacenti.
Il nodo riguarda sostanzialmente gli effetti del cannabidiolo: il ministero della Salute vuole sapere se gli stessi rimangono immutati a prescindere dalla percentuale di utilizzo. Per ora sono salvi, dunque, tutti quei negozi che sul territorio italiano commerciano i fiori di canapa. Paradossalmente, Speranza è stato vicino a raggiungere un obiettivo che aveva cercato di perseguire, senza successo, il precedente governo con la Lega di Matteo Salvini in prima linea contro la cannabis light. Sarebbe stato un capolavoro politico per un esponente di “centrosinistra”.