Letta la replica dell'On. Pizzetti sulla vicenda Tamoil, ritengo necessario fare chiarezza su alcuni aspetti giuridici e politici che Pizzetti non affronta correttamente. La possibilità per il Comune di costituzione di parte civile nel processo Tamoil si rese possibile quando l'accordo con la Tamoil e il ministero era già stato siglato. L'affermazione di Pizzetti secondo cui la costituzione di parte civile nel processo penale avrebbe voluto dire stop alla trattativa è quindi errata. All'epoca dell'apertura del processo gli accordi erano già stati definiti. Nessuno "sputa" o mette in discussione il valore del risultato ottenuto per gli ex dipendenti Tamoil, ma è bene che sia chiaro che la costituzione di parte civile per ottenere il risarcimento del danno ambientale non escludeva affatto l'accordo sui lavoratori, accordo già concluso. Quindi non è vero che portare a casa una provvisionale di 1 milione per il ristoro del danno ambientale avrebbe impedito di portare a casa i 30 milioni del piano Tamoil. Si poteva portare a casa sia l'uno che l'altro, come peraltro è avvenuto, senza alcuna conseguenza su quell'accordo.
Per chiarezza, tecnicamente la costituzione di parte civile è la possibilità di esercitare l'azione civile risarcitoria all'interno del processo penale e di solito viene esercitata per accelerare i tempi dei risarcimenti, sfruttando il più rapido strumento del processo penale. Ed è proprio qui che il ragionamento di Pizzetti non regge.
Se fosse vero, come dice lui, che la costituzione di parte civile avrebbe fatto decadere l'accordo, ciò sarebbe avvenuto anche se il Comune si fosse attivato al di fuori del processo penale, in un momento successivo e, sempre secondo questa tesi, il Comune oggi dovrebbe rinunciare alla provvisionale.
Ecco perché sono fermamente convinto che la scelta politica fatta allora dall'amministrazione Perri fu un grave errore, rimediato solo grazie al coraggio e all'iniziativa di Gino Ruggeri.
Lapo Pasquetti
Sinistra Ecologia Libertà - Cremona
