Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 19.24

Ucraina: vincitori e vinti del Vertice di Milano| M.Cazzulani

l vertice di Milano un successo sia per Matteo Renzi, che per il l'ucraino Petro Poroshenko, Vladimir Putin, sempre più isolato

| Scritto da Redazione
Ucraina: vincitori e vinti del Vertice di Milano| M.Cazzulani

Seppur privo di risultati, il vertice di Milano ha rappresentato un successo sia per il Premier italiano Matteo Renzi, che per il Presidente ucraino Petro Poroshenko, mentre il Capo di Stato russo, Vladimir Putin, si è rivelato essere sempre più isolato dalla Comunità Internazionale. La riedizione del 'formato Normandia' ha portato anche alla vittoria strategica del Cancelliere tedesco Angela Merkel e del Presidente francese Francois Hollande, che mantengono la regia della politica estera europea.

Philadelphia - Tante sono state le speranze riposte, forse in maniera troppo naive, sul vertice multilaterale di Milano, organizzato per risolvere il conflitto armato tra Ucraina e Russia a lato del vertice ASEM. Tuttavia, come prevedibile, pochi sono stati i passi in avanti compiuti per la risoluzione di un conflitto da cui dipende la sicurezza nazionale ed energetica dell'Europa. 

Nella giornata di venerdì, 17 Ottobre, i Presidenti di Ucraina e Russia, Petro Poroshenko e Vladimir Putin, si sono incontrati a Milano, con la regia del Premier italiano Matteo Renzi, assieme al Cancelliere tedesco Angela Merkel, al Presidente francese Francois Hollande, al Primo Ministro britannico David Cameron, ai Presidenti di Commissione Europea e Consiglio Europeo, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy e al futuro Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Difesa dell'Unione Europea, Federica Mogherini.

Come dichiarato da Renzi alla fine del Vertice, pochi sono stati i risultati ottenuti nelle trattative, complice un'atmosfera difficile e improntata sulla reciproca diffidenza tra Poroshenko e Putin, che tuttavia, come dichiarato dal Premier italiano, hanno per la prima volta discusso in maniera franca e diretta.

Nello specifico, come ha illustrato Renzi, l'oggetto del Vertice è stata la regolazione del controllo del confine ucraino-russo e lo stato della realizzazione degli Accordi di Pace di Minsk, che prevedono il ritiro congiunto degli eserciti di Ucraina e Russia dal Donbass, regione che assieme alla Oblast di Luhansk riceverà da parte del Governo di Kyiv, una maggiore autonomia.

Parere negativo in merito ai risultati del vertice è stato espresso anche dal Presidente Poroshenko, che, come riportato dall'autorevole Reuters, si è detto tutt'altro che ottimista in merito a possibili soluzioni della crisi.

Positivo, invece, è stato il parere di Putin, che ha parlato di "incontro buono e positivo", ed ha apprezzato la continuazione delle trattative con Poroshenko secondo il 'formato Normandia' che, oltre al Presidente ucraino, prevede la partecipazione solo di Germania e Francia.

A sua volta, la Merkel, come riportato dalla Deutsche Welle, ha sottolineato come di obiettivi importanti non ne siano stati affatto raggiunti, mentre il Primo Ministro britannico Cameron ha ricordato a Putin che, in caso di mancato rispetto degli accordi internazionali, l'UE applicherà nuove sanzioni alla Russia.

Dal Vertice di Milano, ad uscire come primo grande vincitore è senza dubbio Renzi, che ha dimostrato la capacità del Governo italiano di mantenere una posizione di mediazione tra Ucraina e Russia senza effettuare concessioni sui valori dell'Occidente -Democrazia, Diritti Umani, Pace e Libertà- né prendere una posizione ambigua che, in passato, ha portato il nostro Paese ad assumere atteggiamenti nemmeno troppo velatamente filorussi.

Altri vincitori si possono definire la Merkel e Hollande, che si sono avvalsi del modestissimo successo del Vertice di Milano per ripristinare il 'formato Normandia', così da lasciare la regia della politica estera europea nelle mani delle sole Germania e Francia.

Positiva è stata anche la performance di Poroshenko, che pur non avendo ottenuto risultati in direzione della pace, ha tuttavia dimostrato per l'ennesima volta di essere pronto al dialogo, anche a costo di dolorose concessioni per il suo Paese, pur di arrestare la guerra, che, è opportuno ricordare, l'Ucraina non ha voluto.

Lo sconfitto del vertice è senza dubbio Putin, che ha dimostrato di essere isolato da una Comunità Internazionale decisa a fare rispettare gli Accordi Internazionali e, sopratutto, l'integrità territoriale ucraina.

L'Europa sempre più debole a livello internazionale

Grande sconfitta è però anche l'Unione Europea, che non ha saputo cogliere l'occasione milanese per superare il complesso 'carolingio' di cui è sempre stata affetta.

Con la presenza al vertice di Milano delle sole Germania, Francia e Gran Bretagna -oltre all'Italia, che però ha ricoperto il ruolo di 'padrone di casa'- l'UE ha dimenticato ancora una volta di coinvolgere nelle trattative di pace la Polonia.

Varsavia, per via della sua storia, molto simile a quella ucraina, avrebbe portato al tavolo un Paese in grado di leggere la questione ucraina con maggiore competenza rispetto alle più lontane -sia geograficamente che culturalmente- Germania e Francia.

Inoltre, la presenza della Polonia avrebbe dimostrato a Putin che l'UE non è disposta a tollerare un'escalation del conflitto ucraino anche in Europa Centro-Orientale, che, come dimostrato dai ripetuti sconfinamenti dell'areonautica militare russa in Estonia, Lettonia, Lituania, Svezia, Finlandia, Olanda e Gran Bretagna, è ad oggi un'ipotesi tutt'altro che peregrina.

Con l'esclusione di Varsavia dal formato milanese, l'Europa ha dimostrato di essere ancora troppo debole, arcaica, fortemente divisa al suo interno e per nulla al passo coi tempi.

Matteo Cazzulani, Analista Politico dell'Europa Centro-Orientale, Twitter @MatteoCazzulani

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