Sabato, 20 aprile 2024 - ore 05.32

Un decreto modello Alitalia salverà l’Ilva di Taranto

Lunedì a Bruxelles il ministro Guidi ha avuto un primo approccio con la Commissione guidata da Juncker, ma dovrebbe essere il premier Renzi ad affrontare il dossier Ilva in ambito comunitario, con la decisione che il caso merita

| Scritto da Redazione
Un decreto modello Alitalia salverà l’Ilva di Taranto

Lo schema che il governo Renzi intende seguire per mettere in salvo l’Ilva, e con essa gli oltre 20000 addetti e una fetta importante dell’industria manifatturiera italiana, è quello già utilizzato 6 anni fa dal governo Berlusconi. Un pool di consulenti, che fa capo sia alla Presidenza del Consiglio che alla struttura commissariale guidata da Piero Gnudi sta lavorando alla stesura di un decreto riguardante l’ammissione all’amministrazione straordinaria di Ilva, modificando la normativa sulla salvaguardia delle grandi imprese in crisi, in particolare per quelle (come Ilva appunto) che operano in settori strategici.

Nel caso Alitalia, fu esteso l’ambito di applicazione della legge Marzano, varata nel 2003, che già disciplinava la procedura di amministrazione straordinaria per le grandi imprese in stato di insolvenza finalizzata alla ristrutturazione industriale delle stesse sotto la supervisione del Ministro competente, comprendendo anche le imprese che intendono avvalersi, piuttosto che delle procedure di ristrutturazione economica e finanziaria, delle procedure di cessione di complessi aziendali, sulla base di un programma di prosecuzione dell’esercizio dell’impresa di durata non superiore a un anno.

Il nuovo «salva Ilva», stando a quanto risulta alla Gazzetta, potrebbe veder la luce prima di Natale, malgrado i diversi nodi giuridici ancora da sciogliere, il principale dei quali è legato al trasferimento all’azienda delle somme sequestrate alla famiglia Riva dal tribunale di Milano in un procedimento per frode fiscale. Si tratta di tanti soldi (le ultime stime di ieri mattina parlavano addirittura di quasi 2 miliardi di euro, grazie al lavoro svolto dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano) che entreranno nelle disponibilità del commissario Gnudi sotto forma di aumento di capitale dell’Ilva, con quote intestate a Fondo unico di giustizia-Equitalia giustizia. Si tratta di somme che il gip Fabrizio D’Arcangelo, nell’accogliere la richiesta di trasferimento presentata dallo studio legale dell’ex ministro Paola Severino per conto della struttura commissariale, ha destinato al risanamento ambientale dell’Ilva. Due vincoli (le quote di capitale sociale intestate a Equitalia giustizia; il risanamento ambientale) che rendono praticamente impossibile lo sdoppiamento della società in new company e bad company, perché in quest’ultima non potrebbe per ovvi motivi mai finirci la parte intestata a Equitalia e perché il risanamento ambientale non può essere disgiunto dalla prosecuzione dell’attività, essendone anzi il presupposto.

Nel caso Alitalia, il governo dispose, invece, che «le finalità conservative dell’azienda» potevano «essere realizzate attraverso la cessione dei complessi aziendali. Il commissario straordinario individua l’acquirente mediante trattativa privata tra i soggetti che garantiscono la continuità del servizio nel medio periodo e la rapidità dell’intervento, e fissa il prezzo di cessione a un valore non inferiore a quello di mercato». Il decreto Alitalia prevedeva inoltre misure per la tutela dei lavoratori, estendendo la durata massima dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria e di mobilità. Infine, per garantire la continuità aziendale, furono introdotte limitazioni alla responsabilità degli amministratori, dei componenti del collegio sindacale, del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari.

L’ammissione all’amministrazione straordinaria costituisce un passo essenziale per la messa in sicurezza dell’Ilva, sempre che dall’Unione europea non giungano veti a tutta l’operazione che potrebbe essere configurata come aiuti di Stato e dunque portare a una procedura di infrazione. Il ministro Guidi l’altro ieri a Bruxelles ha avuto un primo approccio soft con la Commissione guidata da Juncker ma dovrebbe essere il premier Renzi ad affrontare il dossier Ilva in ambito comunitario con tutta la decisione che il caso merita.

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