Sabato, 04 maggio 2024 - ore 00.43

Un’Italia da … “commedia all’italiana”? | Benito Fiori

Basta, non se ne può più! Ogni giorno uno scandalo.

| Scritto da Redazione
Un’Italia da … “commedia all’italiana”? | Benito Fiori

Un film commedia degli anni ’70 si intitolava: “Fermate il mondo, voglio scendere”; la nostra umiliante realtà potrebbe avere come titolo: “Fermate il mondo, bisogna farlo scendere”; seppure ai tempi di Tangentopoli, uno dal titolo “Pacco, doppio pacco e contropacco” riusciva a suscitare quasi simpatia per gl’imbroglioni. Oggi rappresenterebbero un paese moralmente alla deriva.

Qualche lustro fa, qualcuno, parlando del “revisionismo”, faceva riferimento ad una stagione: «… arida, che non costruisce, non inventa spinte, desideri e bisogni civili forti, …». Non è cambiato nulla. Anzi.

Un revisionismo, tra l’altro, che da tempo ha dato a parole come “giustizialismo” e “giacobinismo” un significato negativo e diverso dai loro significati originali. Stessa sorte per il termine “garantismo”, uno dei più nobili capisaldi del pensiero liberale, piegato ormai alle affannose ricerche di difesa mediatica da parte di chi è anche addirittura indifendibile.

Oggi si sostiene, con mal speso calore, che, finché non si completano i tre gradi di giudizio, un individuo è innocente. Vista la lentezza degli iter processuali nel nostro paese, perché mai un cittadino dovrebbe continuare ad essere amministrato da chi è coinvolto, direttamente o meno, in indagini della magistratura per reati relativi alla concussione e alla corruttela? E se l’indagato fosse colpevole e, visti nostri tempi della celebrazione dei processi (anche 9-10 anni, ammesso che non cada in prescrizione), continuasse a concutere e/o a corrompere (60 miliardi all’anno)? Oltre all’aspetto etico, non si dimentichi poi che, oggigiorno, i costi di una “grande opera” ammontano ad un aumento del 40% del valore dell’appalto!

Essendo caduti così in basso i valori morali, un amministrare pubblico, all’atto della sua iscrizione nei registri di garanzia dovrebbe obbligatoriamente essere “sospeso” ed essere diemsso a quello di rinvio a giudizio. Questo pretende durissimi provvedimenti contro chi denuncia un amministratore pubblico senza prove “provate” e l’applicazione di strumenti per la piena sua riabilitazione se innocente. Oggi, bisogna ricordare, da un lato che accettare delle responsabilità pubbliche non è per “motivi di salute” e, dall’altro, che per essere ammessi ad un concorso per insegnanti bisogna consegnare, giustamente, il certificato dei “carichi pendenti”, ovvero l’attestato che è persona che non ha avuto mai problemi con la Giustizia. Come se amministrare la Cosa pubblica fosse meno importante del trasmettere cultura.

Per “il frantoio” Cremona

Benito Fiori

 

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