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Vincenzo Montuori (Cremona) ci parla della profondità poetica di Alda Merini

In genere della produzione poetica vasta ma disordinata di Alda Merini (1931-2009) si privilegia la parte testimoniale più legata all’esperienza dei ricoveri forzati nelle cliniche psichiatriche, quella più eccessiva e quasi martirologica

| Scritto da Redazione
Vincenzo Montuori (Cremona) ci parla della profondità poetica di Alda Merini

Vincenzo Montuori (Cremona) ci parla della profondità poetica di Alda Merini

In genere della produzione poetica vasta ma disordinata di Alda Merini (1931-2009) si privilegia la parte testimoniale più legata all’esperienza dei ricoveri forzati nelle cliniche psichiatriche, quella più eccessiva e quasi martirologica ; ma c’è una poesia della Merini più legata alle circostanze comuni degli affetti familiari, meno eccezionale ma che rivela la sensibilità forte e allo stesso tempo delicata della poetessa a cui ha nuociuto essere trattata come “un caso umano” più che come una scrittrice (e bisogna anche riconoscere che lei stessa indulgeva nel proporsi come un “personaggio “). Ciononostante la sua profondità poetica traspare da alcuni frammenti che vi propongo:

FUGA

 

Lasciami alle mie notti

ed ai miei benefici di peccato,

lasciami nell’errore

se decantarmi è compito di Dio!

So che mi assolverai dalle mie pene:

ma ora lasciami umana

col cuore roso dalla mia paura.

Quando sarò bassorilievo al tempo

della Tua eternità, non avrò fronti

contro cui capovolgere la faccia.

 

A BARBARA

 

La vita è grama e deludente assai...

Ho una placida figlia

con gli occhi azzurri ed i capelli d’oro

che mi sta, cuore mio, sempre lontana,

e ha le mani fanciulle

e il volto bello pieno d’ironia

e mi vuol tanto bene

come soltanto se ne vuole a un Dio;

questa fanciulla bella che nei liti

remoti è dell’Italia

a me pensa talvolta e.mi sorride

unica stella dentro la tempesta.

 

E infine una poesia d’amore della vecchia ma sempre indomita poetessa

 

Ho conosciuto in te le meraviglie

meraviglie d’amore si’ scoperte

che parevano a me delle conchiglie

ove odoravo il mare e le deserte

spiagge corrive e li’ dentro l’amore

mi sono persa come alla bufera

sempre tenendo fermo questo cuore

che (ben sapevo) amava una chimera.

 

ALDA. MERINI

luglio 2020

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