Il poeta cremonese Pierluigi Lanzoni ricordato da Vincenzo Montuori (Cremona)
Pur non essendo cremonese, seguo da parecchi anni le attività dei poeti dialettali cremonesi, leggo e capisco i testi in dialetto e se devo fare un’analisi dei poeti degli ultimi 30 anni in dialetto cremonese , posso affermare che il più significativo e originale tra essi e’ Pierluigi Lanzoni (1942-1998), purtroppo prematuramente scomparso.
Infatti, Lanzoni, non è stato un valido poeta solo perché ha descritto in modo vivo gli sfondi, i personaggi della vita della campagna cremonese (tanti poeti dialettali sono attenti osservatori della realtà) ma soprattutto perché riesce a veicolare quelle descrizioni in un contesto di grande capacità visionaria con passaggi fulminei dal dato esterno alla sensazione interiore : una poesia di forte efficacia e di grande modernità: leggiamo alcuni suoi frammenti tradotti in italiano da Vittorio Cozzoli e ricavati dalla sua antologia postuma “A la fineestra”, “Alla finestra”, tenendo presente che non è qui possibile riprodurre la grafia del dialetto cremonese:
LA CHIAVE DEL TEMPO
Andrò a cercarla
come sete
nelle radici del vento
come sentiero
da immaginarsi correndo
o argine
inarcato al solleone:
la chiave del tempo
vorrei conservarla io.
VORREI ARRIVARCI A PRENDERLO
Vorrei arrivarci a prenderlo
sulla cima del rovere
composto come un pettirosso
l’aspetto dei miei pensieri
quieti.
E una volta risvegliato
lo succhierei a fondo
fino a saziarmi
per saperlo dire a tutti
chi sono e cosa vorrei .
MA TU LO SAI
Ma tu lo sai
ma tu lo sapresti dire il perché
troppo verde il trifoglio
campi e coscienza
ma e salici
papaveri finti
rossi e argento
il perché del verde scuro
e con soffi di brezza in mano
rannuvolata
salir la luna nuova?
PIERLUIGI. LANZONI
Giugno 2020