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2014: Anno Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese |Richard Falk

| Scritto da Redazione
2014: Anno Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese |Richard Falk

In una iniziativa poco divulgata, l'Assemblea Generale dell'ONU il 26 novembre 2013 ha proclamato il 2014 Anno Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Al Comitato delle Nazioni Unite per l'esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese è stato chiesto di organizzare attività pertinenti, in collaborazione con i governi, con gli apparati delle Nazioni Unite, con le organizzazioni intergovernative, e, significativamente, con la società civile. Il risultato del voto è stato 110-7, con 56 astensioni, il che rispecchia più o meno i sentimenti ormai presenti nella comunità internazionale. Tra i sette voti contrari all'iniziativa, oltre a Israele, non sorprende di trovare i suoi tre più fedeli sostenitori, tutti e tre una volta colonie britanniche: gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, con l'aggiunta di Stati che sono dei ... pesi massimi internazionali, come Micronesia, Palau e Isole Marshall. L'Europa e Stati vari sparsi in tutto il mondo sono tra i 56 astenuti, con la quasi totalità degli Stati non-occidentali saldamente a sostegno dell'idea di esprimere solidarietà con il popolo palestinese nella sua lotta per una pace giusta, basata sul rispetto dei diritti, ai sensi della legislazione internazionale.

Tre osservazioni preliminari: quei governi che sono disposti a stare sfacciatamente dalla parte di Israele, in contrasto con l'orientamento dominante nell'opinione pubblica mondiale, sono sempre più isolati, e questi governi sono sottoposti a una crescente pressione pubblica dalla propria società civile, che cerca un approccio equilibrato fondato sui diritti invece che assoggettato ai poteri forti; l'Occidente, in generale, è dominato dai governi astensionisti, che cercano il profilo più basso possibile, cioè di essere percepiti come né a favore né contro, proprio nei paesi in cui la società civile dovrebbe ora essere in grado di mettere in campo un sostegno più ampio per la lotta palestinese; infine, i paesi non-occidentali, che sono, come è stato a lungo, solidali con il popolo palestinese nelle loro dichiarazioni, ma devono ancora far corrispondere i fatti alle parole, e sembrano pronti a farsi avanti.

E’ anche molto eloquente l'argomentazione di UN Watch e altri, che denunciano il fatto che quest’ultima iniziativa delle Nazioni Unite prenda ingiustamente di mira Israele e ignori i paesi che hanno i record peggiori nel campo dei diritti umani. Sono sempre trascurati due elementi del conflitto Israele / Palestina che giustificano la sua singolarità rispetto agli altri: Israele deve la sua esistenza, in misura significativa, alla comunità internazionale organizzata, a partire dalla Società delle Nazioni, continuando per tutto il mandato britannico, e raggiungendo l'apice con il piano di spartizione del 1947, come stabilito nella Risoluzione 181 dell’Assemblea Generale. Quest'ultima scavalcava il principio di autodeterminazione per la decolonizzazione a favore di una soluzione ideata e imposta dall'esterno; tali antecedenti all'attuale situazione Israele / Palestina rivelano anche le basi colonialiste del conflitto attuale, oltre che richiamare l'attenzione sulle componenti da colonizzazione di insediamento collegate con la continua espansione territoriale di Israele, lo sfruttamento delle risorse, e le pretese etnocratiche che vanno ben oltre quello che aveva proposto, e poi approvato, la comunità internazionale a predominanza occidentale dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Per leggere tutto l’articolo clicca qui:
http://www.forumpalestina.org/news/2014/Gennaio14/2-1-14_Anno_Internazionale_Palestina.htm

2014-01-03

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