Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 13.23

5G, il governo ha un piano per svilupparlo

Con il piano Colao ''Iniziative per il rilancio. Italia 2020-2022'' intende spingere sull’acceleratore la copertura 5G e per farlo pone come condizione quella di adeguare i nostri livelli di emissione elettromagnetica ai valori europei

| Scritto da Redazione
5G, il governo ha un piano per svilupparlo

A tutta 5G. Il governo, con il piano elaborato dalla task force guidata da Vittorio Colao e denominato “Iniziative per il rilancio. Italia 2020-2022“, potrebbe spingere sull’acceleratore la copertura 5G a livello nazionale, e per farlo pone come condizione quella di “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio”. Ma l’opposizione alla rete cosiddetta ultra larga è notevole, tanto che coltre trecento sindaci hanno firmato contro l’installazione delle antenne necessarie. Il fatto che nel comitato di esperti che hanno sottoscritto le iniziative ci siano Donatella Bianchi, presidente del Wwf e Enrico Giovannini Portavoce dell’Alleanza per italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), dovrebbe già essere un buon viatico perché le cose siano state sufficientemente valutate, ma l’idea per “escludere le opponibilità locali” è quella del rispetto dei “protocolli nazionali”. Utile anche sapere che ad oggi dal punto di vista scientifico non è emersa alcuna criticità, come ha anche ben spiegato l’Arpat.

Le reti a banda ultra larga 5G – si legge nel  punto 27 ”Sviluppo Reti 5G” – consentiranno alte velocità e ridotte latenze, rendendo possibili nelle aree coperte servizi ubiqui e istantanei per imprese (ad es. Robotica e Industria 4.0, logistica e istribuzione, manutenzione) e famiglie (ad es. multiparty applications e accesso banda larga wireless).

Gli alti costi delle frequenze in Italia – prosegue il documento – sono ulteriormente aggravati da una normativa specifica italiana sulle emissioni radiomagnetiche. Tale normativa impone limiti (pari a 20Volt/metro e 6Volt/metro nelle zone ad alta presenza umana) molto più restrittivi di quelli in vigore nella maggior parte degli altri paesi Europei, a loro volta molto al di sotto dei limiti di nocività ipotizzati. Poiché il 5G si basa su frequenze più elevate (che si propagano a minor distanza) il mantenimento degli attuali limiti implica – conclude il documento – che una completa copertura 5G richiederà un numero molto più elevato di stazioni radio di quello attualmente in uso per 3/4G, con implicazioni di costo e ambientali estremamente sfavorevoli e un lento sviluppo del servizio

Ma quali sono i limiti? Nel documento si legge che per lo sviluppo del 5G è necessario “riportare i limiti massimi di emissione elettromagnetica in Italia alle linee guida europee/in linea con i livelli richiesti dagli altri stati membri UE. E viene ricordato che i valori limite di campo elettrico (per frequenze 3.6-3.8 GHz) sono, da Linee guida ICNIRP1,  61 V/m. In Italia questo valore è attualmente pari a 20 V/m mentre in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna è di 61 V/m; Grecia: 47 V/m; Belgio: 31 V/m.

 

 

FONTE greenreport

 
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