Domenica, 19 maggio 2024 - ore 00.46

Acqua Bene Comune: lettera aperta agli amministratori

| Scritto da Redazione
Acqua Bene Comune: lettera aperta agli amministratori

Acqua Bene Comune: lettera aperta agli amministratori
Lettera aperta che nelle prossime ore verrà inviata agli amministratori
pubblici del territorio cremonese relativa alla proclamazione ufficiale
oggi avvenuta da parte della Corte di Cassazione dei risultati dei
referendum nazionali dello scorso giugno.
per il
Comitato Referendario Provinciale "2 Sì per l'Acqua Bene Comune"
giampiero carotti
__________________________________________
Comitato referendario provinciale cremonese
"2 Sì per l'acqua bene comune"
Alle amministrazioni provinciale e comunali del territorio cremonese
Stimati signori,
la Corte di Cassazione ha oggi proclamato ufficialmente la vittoria dei Sì ai referendum nazionali tenutisi un mese or sono. Il Comitato Referendario Provinciale “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” di Cremona esprime tutta la propria gioia per questo importantissimo risultato e vuole condividere con voi alcune brevi considerazioni e riflessioni.

Il quorum, che la stragrande maggioranza degli “addetti ai lavori” riteneva un traguardo impossibile, è stato non solo raggiunto, ma ampiamente superato: il dato finale a livello nazionale è stato del 57 per cento. Va sottolineato che i Sì all’interno dei votanti sono stati la quasi totalità: nessun governo ha o ha mai avuto una base elettorale così ampia e questa è la prova più lampante di quanto la nostra battaglia sia stata trasversale. Oggi i numeri ci dicono che la maggioranza assoluta degli italiani vuole il servizio idrico in mani esclusivamente pubbliche e vuole che nessuno possa fare profitto sull’acqua. L’acqua da oggi in Italia è insomma un diritto e non una merce.

Non si tratta di un orientamento o di una espressione di volontà, ma piuttosto di una decisione ben precisa del corpo elettorale nazionale, rispetto alla quale il sistema politico ha il compito non di dare interpretazioni, ma attuazione, a partire dalle sedi più direttamente coinvolte.

La legge regionale in vigore, ampiamente basata sul 23bis ora abrogato, ne risulta pesantemente inficiata: tutte le amministrazioni pubbliche e le forze politiche sono chiamate non a proporne un aggiustamento in termini di modalità e scadenze ma a rimetterla in discussione dalle fondamenta, essendo basata chiaramente su una logica liberista e privatizzatrice che i cittadini italiani hanno rifiutato nettamente. Il servizio idrico andrà gestito esclusivamente tramite aziende di diritto pubblico e lo Stato dovrà (e potrà, di conseguenza) tornare a coprire una parte dei costi, oltre che riprendere a concedere alle amministrazioni pubbliche i finanziamenti necessari alle opere principali. A voi è affidato il compito essenziale di difendere il voto dei cittadini in tutte le sedi istituzionali, dai consigli comunali e provinciale alla conferenza dei sindaci all’ufficio d’ambito.

In particolare il secondo quesito, relativo alla remunerazione del capitale, non abbisogna (giuridicamente parlando) di un ulteriore provvedimento di legge, esso è infatti autoapplicativo. Significa che qualunque cittadino da oggi in poi potrà richiederne l’applicazione immediata e mettere in mora il soggetto che si rifiuterà di ottemperare a tale obbligo.

Si apre dunque davanti a noi tutti uno scenario totalmente nuovo, entro il quale è bene che si lavori uniti per ottenere che il governo e il parlamento agiscano coerentemente a questi assunti e dall’altra per dimostrare ai cittadini che l’espressione della loro volontà ha lo spazio e il peso che la Costituzione ad essa attribuisce. Un ottimo punto di partenza sarà senza dubbio la Legge di Iniziativa Popolare che i movimenti per l’acqua hanno presentato in parlamento ormai quattro anni or sono.

I comitati locali per l’acqua pubblica vigileranno sulla piena applicazione dei dettati referendari e collaboreranno a costruire il successivo percorso di pubblicizzazione, potendo contare anche sull’apporto tecnico e giuridico del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Nei prossimi giorni vi invieremo materiale di approfondimento ed inizieremo a delineare proposte di percorsi verso la piena pubblicizzazione del servizio in termini pratici ed effettivi. Come abbiamo sempre ripetuto infatti una azienda di diritto pubblico è strumento necessario, ma non di per sé sufficiente ad assicurare una buona e corretta gestione di un servizio: occorre che tale azienda sia strutturata in modo da assicurare da una parte piena trasparenza e dall’altra piena partecipazione a lavoratori e cittadini.

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