Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 07.47

All’ONU e online, i giovani parlano di sviluppo sostenibile

| Scritto da Redazione
All’ONU e online, i giovani parlano di sviluppo sostenibile

Cresce il numero dei giovani che, in vari contesti, esprimono opinioni sui problemi globali e sulle possibili soluzioni.
L’idea è emersa durante un seminario per giovani intitolato, «Le nostre voci. Le nostre aspirazioni. Seminario giovanile sullo sviluppo sostenibile».
L’incontro ha avuto luogo martedì 26 luglio negli uffici della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite, in occasione dell’Incontro ad alto livello sui giovani organizzato dall’ONU questa settimana.
All’incontro di due giorni, il 25 e il 26 luglio, intitolato «I giovani: dialogare e capirsi», hanno partecipato i rappresentanti di 400 gruppi giovanili, ambasciatori, funzionari di ONG e dell’ONU. I discorsi hanno trattato una grande varietà di temi di interesse per le giovani generazioni, come i posti di lavoro, la povertà e lo sviluppo sostenibile.
«Il nostro seminario si è proposto di affiancarsi a quelle discussioni e di offrire ai partecipanti una piattaforma per parlare dello sviluppo sostenibile», ha detto Ming Hwee Chong, rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite.
Circa trenta persone hanno partecipato alla presentazione di apertura, seguita da conversazioni in piccoli gruppi.
Durante la presentazione, Nathan Forster ha parlato di un progetto della sua organizzazione, Alas de Rio, che studia come usare la televisione e i media per trasmettere idee sullo sviluppo sostenibile superando le barriere convenzionali delle lingue e delle culture.
«Molti dei nostri progetti hanno avuto successo attraverso varie reti o piattaforme online, nel sensibilizzare le persone ad agire o a sostenere una causa sociale», ha detto il signor Forster, la cui organizzazione si occupa di coinvolgere i giovani nel convegno sull’ambiente Rio + 20 previsto per il prossimo anno.

Iyinoluwa Samuel Aboyeji della World Youth Alliance ha espresso la speranza che i giovani si occupino di sensibilizzare le famiglie e le comunità, invece di limitarsi a farlo con i governi.
«Nelle famiglie e nelle comunità, i valori sono trasmessi da una generazione a quella successiva», ha detto. «perciò si pensa che per promuovere lo sviluppo sostenibile si debba prendere contatto soprattutto con le famiglie e le comunità», ha detto il signor Aboyeji.
Nur Shodjai, un baha’i, ha presentato un progetto pilota che si chiama «Voci della gioventù». Questo progetto cerca di raccogliere attraverso interviste televisive le idee di un gruppo di giovani, fra gli 11 e i 15 anni.
La signora Shodjai ha spiegato che non si presta sufficiente attenzione alle opinioni dei giovani, perché si pensa che le loro opinioni non siano mature. «Ma i giovani hanno molto da dare», ha detto.
«Essi si trovano in un momento speciale della propria vita. Stanno imparando a comprendere e analizzare gli eventi che li riguardano e a trovare soluzioni creative. Perciò hanno molto da dire in termini di idee e atteggiamenti».
Dopo essersi divisi in gruppi per discussioni mirate, i partecipanti hanno riferito i risultati delle deliberazioni all’intero gruppo.
Ecco alcune delle proposte: lavorare per migliorare la capacità decisionale locale, per decentrare le decisioni e adattarle alle condizioni locali, potenziare l’educazione all’ambiente e concentrare sulle famiglie e sulle comunità locali gli sforzi per promuovere lo sviluppo sostenibile.
«È stato molto interessante vedere quale uso dei media sociali e delle tecnologie dell’informazione possono fare i giovani cercano di avere un ruolo più attivo in questo dialogo», ha detto Ming Hwee Chong.

Per leggere l’articolo in inglese online, si vada a:
http://news.bahai.org/story/844

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