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Bambini senza sbarre.

| Scritto da Redazione
Bambini senza sbarre.

IVa Campagna di sensibilizzazione europea di Eurochips  – giugno 2013
Un milione di bambini europei figli di genitori detenuti chiedono all'Unione europea che sia riconosciuto loro il diritto a vivere un'infanzia serena.

Non più vittime di una condanna non loro.
Ha preso il via, in questi giorni, la IVa Campagna di sensibilizzazione europea “Non un mio crimine, ma una mia condanna” voluta da Eurochips, la rete europea delle associazioni che si occupano di figli di genitori detenuti, a cui Bambinisenzasbarre aderisce. Anche in questa edizione della campagna è stata presentata una petizione che vuole richiamare gli Stati membri dell'Unione europea affinché riconoscano il diritto del milione di bambini, che ogni giorno entrano in carcere in Europea per dare continuità al rapporto affettivo con il proprio genitore detenuto, ad un'infanzia serena, anche con la realizzazione di ambienti per i colloqui adatti ai bambini, e alla promulgazione di disposizioni che promuovano e facilitino le relazioni affettive adeguate.

In particolare, la petizione chiede che la Risoluzione 2007/2116 (INI), approvata a Strasburgo il 13 marzo 2008 al cui articolo 24 ribadisce l’importanza del rispetto dei diritti del Fanciullo indipendentemente dalla posizione giuridica del genitore, sia realmente applicata da ogni Stato membro e così i conseguenti interventi e buone pratiche per raggiungere questo fine.

Il documento sarà inviato da Eurochips alla deputata dell'Unione Europea Jean Lambert -  Gruppo dei Verdi/ Alleanza Libera Europea -  membro del Comitato per lo Sviluppo e gli Affari Sociali che ha già mostrato il suo impegno e sostegno verso tali questioni nella Conferenza “Il mantenimento della relazione genitoriale in carcere: un programma per una politica di riforma delle regole” tenutosi lo scorso novembre a Bruxelles.

D'altro canto, Bambinisenzasbarre invierà la stessa petizione ai deputati delle Commissione Giustizia e della Commissione Straordinaria dei Diritti Umani del Senato e della Camera ed rappresentanti italiani presenti nella Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni, nella Commissione  Petizioni e nella Sottocommissioni per i diritti dell'uomo del Parlamento europeo.

La petizione, che può essere firmata on line sul sito www.bambinisenzasbarre.org, chiede maggiore attenzione e informazione su questo gruppo di bambini che spesso sono “bambini invisibili”, miglioramento delle condizioni di visita dei bambini in carcere, aumento delle ore di incontro con il loro genitore, incremento della consapevolezza e della formazione degli operatori penitenziari, tutti punti ribaditi e sottoscritti nella Risoluzione 2007/2116 (INI) del 13 marzo 2008.

"Una volta di più, l'intera comunità, italiana ed europea, è chiamata, partendo  dalle disposizioni approvate dal Parlamento europeo, a mettere in atto tutte quelle pratiche positive che permettano a questi bambini di subire il minor danno possibile da questa difficile situazione e, al contempo, garantiscano loro il diritto all’infanzia non lasciandoli soli” ha affermato Lia Sacerdote, presidente di Bambinisenzasbarre.

In Italia la Campagna europea si inserisce nel quadro dell'iniziativa “Carceri Aperte. Parliamone” realizzata in collaborazione col Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) con il preciso intento di aprire il carcere all’incontro e al dialogo, con feste dei bambini, spettacoli, sperimentazione e proposta di procedure innovative.

“Bambini e carcere è l’altra faccia della detenzione. È quella dei figli delle persone detenute, bambini che vivono i loro primi anni di vita in carcere con le loro mamme, ma anche bambini e adolescenti che si recano in carcere per incontrare il genitore detenuto, ha sostenuto Simonetta Matone, Vice capo vicario del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria -  L’Associazione Bambinisenzasbarre da anni si batte per sensibilizzare la società su questo problema, per affermare Il diritto a un’infanzia serena, a vivere in un ambiente non condizionato dalla privazione di stimoli e di relazioni. Non possiamo restare indifferenti, come istituzione e come persone, di fronte a un bambino che invoca protezione, attenzione e amore. E’ per questo che il DAP ha aderito con convinzione alla Campagna ‘Carceri Aperte. Parliamone’.“

 

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Bambinisenzasbarre è impegnata nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale di riferimento e della società civile.  Membro della direzione della rete europea Eurochips con sede a Parigi, da oltre 10 anni è presente sul territorio italiano con attività di formazione e di ricerca in collaborazione con le Università e il Ministero di Giustizia. E’ attiva nelle tre carceri milanesi - S. Vittore, Bollate e Opera – e in rete operativa sul territorio nazionale con il Modello di accoglienza Spazio Giallo e con progetti di sostegno alla genitorialità.

2013-06-18

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