Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 03.38

Calano i consumi di energia e le emissioni di CO2. Ma la decarbonizzazione dell’Italia resta al palo

E per le tecnologie energetiche low-carbon siamo sempre più dipendenti dall’estero

| Scritto da Redazione
Calano i consumi di energia e le emissioni di CO2. Ma la decarbonizzazione dell’Italia resta al palo

Secondo l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano pubblicata dall’Enea, «L’effetto Covid-19 impatta sul settore energetico nazionale sul fronte dei consumi, dei prezzi e delle emissioni CO2». Il rapporto evidenzia una diminuzione dei consumi di energia primaria e finale del 7% rispetto al 2019 nei primi tre mesi dell’anno, con un picco del -15% per il solo mese di marzo: «In termini di fonti primarie la riduzione del I trimestre è stata di – 3,5 Mtep rispetto ai primi tre mesi del 2019,  trainata da petrolio e gas (-1,5 Mtep circa ciascuno, -12% il petrolio, -6% il gas) con  un calo dei solidi (p.es carbone),  superiore a  0,5 Mtep (secondo stime preliminari). Dovrebbero invece attestarsi sugli stessi livelli dell’anno precedente le fonti rinnovabili e sono in lieve aumento le importazioni di elettricità (+0,2 Mtep)». Ed Enea prevede «un possibile calo del 20% nel secondo trimestre 2020 e di ben oltre il 10% per l’intero semestre, sia per i consumi primari che per quelli finali».

Infatti, dalll’Analisi emege che «Nelle prime cinque settimane dall’inizio di marzo in poi, la domanda elettrica ha iniziato a contrarsi stabilizzandosi su un -20% a livello nazionale (-30% nelle regioni del Nord) rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche i consumi di gas naturale si sono stabilizzati su un -30% dalla seconda metà di marzo mentre gasolio e benzina hanno segnato un -43% a marzo».

Con tutta probabilità questo ha determinato il fatto che «Nel primo trimestre dell’anno le emissioni di CO2 hanno segnato una drastica  diminuzione (-10% circa) con la previsione di un -15% nel semestre». Francesco Gracceva, l’esperto Enea che ha curato l’Analisi, sottolinea che si tratta di «Un calo senza precedenti, tenuto conto che nel  2019 si è registrato un -1,5%, grazie al phase out del carbone, favorito dai bassi prezzi del gas naturale e dal rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione. Ciò nonostante, negli ultimi anni in Italia si sono ridotte meno dei principali paesi europei, pur a fronte di un andamento dell’economia meno positivo».

Per quanto riguarda i prezzi, l’Analisi Enea evidenzia che «I forte calo sui mercati all’ingrosso dei primi tre mesi dell’anno, accentuato dalla crisi sanitaria, ha già prodotto effetti rilevanti per i consumatori». Gracceva spiega che «Nella media del primo semestre 2020 il prezzo dell’elettricità sul mercato tutelato sarà inferiore del 13% rispetto al II semestre 2019, quello del gas del 9%, a fronte di ribassi della materia prima del 26% per l’elettricità e del 12% per il gas. Queste diminuzioni non hanno ancora recepito pienamente i cali dei prezzi all’ingrosso, che nel semestre potranno essere intorno al 30% per l’elettricità, del 20% per il gas».

A questo si deve aggiungere che l’emergenza coronavirus si innesta su un trend di consumi in calo: «Nel 2019, infatti – ricorda l’Enea – dopo due anni di leggeri aumenti, i consumi di energia primaria e finale sono diminuiti di oltre l’1% soprattutto a causa del calo della produzione industriale (-1,3% rispetto al 2018) e dei minori consumi di riscaldamento per le temperature più miti. Nella produzione elettrica è cresciuto il ruolo del gas (+9%) che è tornato ad essere la principale fonte di energia primaria (36% del mix); le fonti fossili sono rimaste stabili al 75%. In termini di fonti primarie, la riduzione di circa 2 Mtep di energia primaria rispetto al 2018 è imputabile al minor ricorso a solidi (-21%), import di elettricità (-13%) e in misura minore petrolio (-0,8%), complessivamente in diminuzione di oltre 3 Mtep. In aumento rinnovabili (+1,3%) e soprattutto gas (+2,3%), in particolare nella termoelettrica». Tutto questo nonostante il forte calo (-25%) del carbone, mentre le rinnovabili hanno visto l’incremento dell’eolico (+14%) e del fotovoltaico (+9%) e un arretramento dell’idroelettrico (- 6%).

La brutta notizia è che in questo scenario, la transizione del sistema energetico italiano verso la decarbonizzazione segna il passo. L’indice Sicurezza energetica, PRezzo Energia e Decarbonizzazione (ISPRED), elaborato da Enea, nel 2019 ha registrato un calo (-8%) per il quarto anno consecutivo «a causa della sostanziale stazionarietà delle fonti rinnovabili e di un livello dei prezzi più elevato dell’anno precedente».

La nuova Analisi trimestrale esamina nuovamente la situazione della competitività dell’Italia negli scambi internazionali delle tecnologie energetiche low-carbon (fotovoltaico, veicoli elettrici e ibridi, accumulatori, solare termico, eolico) e conclude che «Dal 2015 al 2019 il saldo normalizzato italiano evidenzia una sempre maggiore dipendenza dalle importazioni: a fine 2019 l’indicatore si è collocato a –0,53, dunque un valore negativo piuttosto elevato. Particolarmente critico appare il posizionamento nella mobilità a basse emissioni (–0,97 per veicoli ibridi, –0,89 quelli elettrici), con un saldo negativo di 1,53 miliardi di dollari, un valore tale da incidere anche sulla bilancia commerciale del Paese».

 

FONTE greenreport

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