L’altro ieri la Chiesa cattolica slovacca ha espresso critiche sullo stato della sanità nel Paese, in particolare ha puntato l’attenzione su come vengono trattati gli infermieri che hanno aderito all’iniziativa di dimissioni di massa quale forma di protesta per una migliore retribuzione.
La Conferenza episcopale della Slovacchia ha chiesto al primo ministro Robert Fico e al ministro della Salute Viliam Cislak di porre fine a tutto questo. «Invece di un dialogo sui fatti e per la ricerca di soluzioni praticabili alla valanga di problemi del settore sanitario, siamo testimoni dell’arroganza del potere, dell’occultamento della realtà e dell’intimidazione di persone perbene che hanno il coraggio di metterci la faccia pubblicamente». Questo il testo di un comunicato ufficiale a firma del presidente del consiglio dei vescovi slovacchi Milan Lach. Monsignor Lach, vescovo ausiliare dell’archieparchia greco-cattolica di Presov, sottolinea come le persone coinvolte non perseguono obiettivi politici, ma il benessere di tutti i cittadini slovacchi che hanno diritto ad una «’assistenza sanitaria accessibile di qualità adeguata». Lach ha inviato inoltra un messaggio ai rappresentanti delle «strutture finanziarie e altre che sono i veri colpevoli dei problemi attuali e che clandestinamente controllano il sistema sanitario slovacco».
Il Ministero della Salute ha reagito dicendo che potrebbe incontrare i rappresentanti della Chiesa per discutere le questioni sollevate dalla Conferenza episcopale: «Saremo lieti di dimostrare con i fatti che non ci sarà alcun collasso nel servizio di assistenza sanitaria» [a causa delle dimissioni di massa-ndr].
Fonte: Buongiorno Slovacchia