L’impostazione data al Piano che prevede - oltre agli obiettivi vincolanti derivanti dalle norme comunitarie e nazionali - una serie di obiettivi strategici tra i quali sono incluse azioni per un adeguato supporto alla attività di export appare sicuramente condivisibile, soprattutto nell’attuale contesto economico caratterizzato dalla contrazione dei consumi interni, così come l'introduzione del principio della gradualità dei controlli sulla base di fattori di rischio aziendali.
Fondamentale, rispetto a quest’ultimo aspetto, una attenta e corretta taratura dei fattori di rischio per evitare che il controllo si concentri unicamente su allevamenti con determinati parametri dimensionali, trascurandone completamente altri.
Il nuovo Piano conferma come la nostra Regione sia sicuramente una delle più avanzate in tema di controlli sanitari sulle attività di allevamento, offrendo così le più ampie garanzie possibili al sistema della trasformazione alimentare e ai consumatori.
Una circostanza che non sempre si verifica riguardo i prodotti agroalimentari di provenienza straniera ed in particolare per quelli di origine extraeuropea, creando così non solo una situazione di minor sicurezza per i cittadini, ma anche condizioni penalizzanti per le nostre imprese nel confronto con i competitori stranieri.