Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.09

Costa d'Avorio. Clima di paura

| Scritto da Redazione
Costa d'Avorio. Clima di paura

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA COSTA D’AVORIO: IL CLIMA DI PAURA
IMPEDISCE AGLI SFOLLATI DI TORNARE A CASA.
In un rapporto intitolato ‘Vogliamo tornare a casa, ma non possiamo. La
perdurante crisi degli sfollati e l’insicurezza in Costa d’Avorio’,
Amnesty International ha denunciato che le forze di sicurezza e le milizie
spalleggiate dallo stato stanno creando nel paese africano un clima di
paura che impedisce di fare rientro alle loro case a centinaia di migliaia
di persone sfollate a causa della violenza postelettorale.

Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani accusa le forze di
sicurezza (Fcri) e le milizie dozo (cacciatori tradizionali) di compiere
omicidi e attacchi mirati per motivi etnici, persino dopo l’inaugurazione
della presidenza di Alassane Ouattara, costringendo la popolazione dei
campi temporanei a non abbandonare quei ripari relativamente sicuri.

‘Questa situazione sta tenendo oltre mezzo milione di persone lontane
dalle loro case e non puo’ continuare cosi’’ – ha dichiarato Gaetan
Mootoo, ricercatore di Amnesty International sull’Africa Occidentale. ‘Le
autorita’ devono agire per stabilire una chiara catena di comando e
smantellare le milizie che, nonostante la fine del conflitto, proseguono a
spargere paura nella popolazione’.

I dozo paiono prendere di mira il gruppo etnico gue’re’, ritenuto fedele
all’ex presidente Laurent Gbagbo. A rischio sono soprattutto i giovani di
robusta costituzione, sospettati di aver fatto parte delle milizie
pro-Gbagbo.

Nel quartiere di Carrefour, a Due’koue’, dove alla fine di marzo centinaia
di civili erano stati uccisi, ben pochi gue’re’ sono tornati a casa. Chi
lo ha fatto, ha raccontato ad Amnesty International che i combattenti dozo
presidiano la strada principale, andando avanti e indietro con le loro
motociclette.

Un abitante ha cosi’ descritto la situazione: ‘Non devono fare nulla di
piu’, non hanno neanche bisogno di scendere dalle motociclette. Basta che
passino avanti e indietro ogni volta che vogliono, con le loro armi, per
metterci paura. E’ quello che vogliono’.

Amnesty International e’ preoccupata per la ‘funzione di sicurezza’ data
alle milizie dozo dalle forze di sicurezza ufficiali della Costa d’Avorio.
Uomini armati dozo gestiscono posti di blocco sulle strade principali
dell’ovest del paese, impedendo in questo modo il rientro a casa degli
sfollati.

‘La liberta’ con cui operano fa supporre che le azioni dei dozo siano
tollerate o anche istigate dalle Fcri. Il presidente Ouattara e il primo
ministro Guillaume Soro devono impegnarsi a fondo per creare un apparato
di sicurezza che sia imparziale e che possa proteggere tutti i cittadini
ivoriani a prescindere dal loro gruppo etnico’ – ha affermato Mootoo.

Durante i mesi di violenza che hanno fatto seguito alle contestate
elezioni presidenziali, in Costa d’Avorio sono state commesse gravi
violazioni dei diritti umani, compresi crimini contro l’umanita’ e crimini
di guerra, tanto dalle forze leali a Ouattara quanto da quelle fedeli a
Gbagbo.

Secondo le ricerche di Amnesty International, all’inizio di maggio, nella
fase di ritiro da Abidjan, mercenari liberiani e miliziani filo-Gbagbo
hanno ucciso decine di reali o presunti sostenitori di Ouattara. Molte
delle vittime appartenevano alla comunita’ dioula, considerata fedele a
Ouattara.

Un sopravvissuto dioula ha raccontato ad Amnesty come il 6 maggio i
mercenari liberiani abbiano ucciso 24 abitanti del villaggio di Godjboue’:

‘Quando sono arrivati, il villaggio era in preda al panico, tutti
cercavano di scappare e rifugiarsi nella boscaglia. Mio padre, che era
anziano e non poteva correre velocemente, si e’ nascosto in una casa. I
mercenari l’hanno trovato e l’hanno ucciso insieme a un’altra persona’.

Amnesty International chiede al presidente Ouattara di predisporre con
urgenza un piano generale d’azione per stabilire la sicurezza in tutto il
paese, che consenta il ritorno in condizioni di sicurezza degli sfollati e
dei rifugiati. Il piano dovra’ prevedere l’effettivo smantellamento e
disarmo delle milizie e di altre forze irregolari.

Sulla base delle continue violazioni dei diritti umani da parte delle Fcri
e dei dozo, Amnesty International ha apprezzato la decisione
dell’Operazione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (Unoci) di aprire
otto campi militari nell’ovest del paese per applicare al meglio il suo
mandato di proteggere i civili.

‘Le conseguenze, assai gravi, della recente ondata d’insicurezza e di
sfollati devono essere affrontate prontamente, per non vanificare i
tentativi di promuovere la riconciliazione in un paese devastato da
decenni di tensioni etniche e conflitti violenti’ – ha concluso Mootoo.

FINE DEL COMUNICATO 
Roma, 28 luglio 2011

Il rapporto ‘Vogliamo tornare a casa, ma non possiamo. La perdurante crisi
degli sfollati e l’insicurezza in Costa d’Avorio’ e’ disponibile in lingua
inglese all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/costa-avorio-clima-paura-impedisce-rientro-sfollati
e presso l’Ufficio stampa di Amnesty International Italia.

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

 


 

 

 

 


 

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