Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 15.17

Cremona Clack Bloc. Il Centro Sociale Dordoni non condanna la violenza.

Si limita a dire ‘i danneggiamenti di banche e del comando della polizia locale, avvenuti sul finire del corteo, erano ampiamente evitabili’. Un ulteriore abbraccio a Emilio e a tutta la sua famiglia.

| Scritto da Redazione
Cremona Clack Bloc. Il Centro Sociale Dordoni non condanna la violenza.

Ecco il comunicato del Centro Sociale Dordoni :‘Il corteo si è mosso con determinazione verso la sede locale di CasaPound, da cui in questi ultimi mesi sono partite numerose aggressioni ai danni degli antifascisti cremonesi. Sabato è stata data una risposta forte e chiara: chi tenta di uccidere un compagno ne paga le conseguenze! Che cosa ci si poteva aspettare dopo la gravissima aggressione di domenica 18 gennaio, quando sessanta fascisti hanno lasciato in fin di vita Emilio, storico compagno, colpendolo ripetutamente con spranghe e calci in testa? Diecimila antifascisti hanno attraversato le vie di Cremona per ribadire la propria solidarietà ad Emilio e ai militanti del Dordoni aggrediti fuori dallo spazio autogestito di via Mantova. La polizia, connivente e complice con i fascisti, ha permesso domenica sera a sessanta assassini di andarsene indisturbati dopo il tentato omicidio premeditato e, successivamente, ha caricato il presidio di solidali accorsi sul posto dopo la diffusione della tragica notizia. Dopo tutto ciò, che cosa ci si aspettava? In migliaia si sono mossi uniti e compatti, con buona pace della questura che ha dichiarato una partecipazione di sole duemila persone, verso il covo fascista che da un anno a questa parte è il luogo da cui partono azioni squadriste ai danni di attivisti politici, migranti e studenti; sede che la polizia era schierata a difendere. I fascisti di CasaPound che hanno tentato di ammazzare Emilio e la polizia che ha permesso loro di compiere indisturbati il vile agguato sono i soli e unici responsabili della tensione che si è creata sabato a Cremona. E i danneggiamenti di banche e del comando della polizia locale, avvenuti sul finire del corteo, erano ampiamente evitabili; ma in un corteo di tali dimensioni non potevamo controllare tutto. Dopo l’attacco premeditato e scientificamente organizzato che abbiamo subito, con Emilio che ancora lotta per la vita, la rabbia nel corteo era tanta: i responsabili di tutto ciò rimangono gli assassini di CasaPound. L’antifascismo non è un vuoto rituale commemorativo, ma valore e pratica quotidiana: dai picchetti contro gli sfratti, nelle lotte contro lo sfruttamento e la miseria, fino alla giornata di ieri.Un ulteriore abbraccio a Emilio e a tutta la sua famiglia! EmilioResisti’.

 

 

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