Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 02.02

Cremona. ‘Lo sblocca chi?’, appello ambientalista da Piadena

Di seguito, pubblichiamo il comunicato congiunto del Coordinamento dei Comitati contro le autostrade CR-MN e TI-BRE e del Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia

| Scritto da Redazione
Cremona. ‘Lo sblocca chi?’, appello ambientalista da Piadena

Ci risiamo, la “Shock Economy”, la teoria liberista made in USA, ha colpito ancora. Questa crisi infinita, di cui non si vede la fine, ha indotto in molti una unanime reazione: servono investimenti pubblici per far ripartire l’economia e creare occupazione. Tempestiva, almeno a parole, la risposta del neo premier: sblocchiamo l’Italia!

Da chi e da che cosa ancora non si è capito dal momento che nel Paese degli abusi e dei condoni, dalle casse notoriamente vuote e dal debito pubblico stratosferico di tutto ci sarebbe bisogno tranne che di semplificazioni (edilizie e non solo) in luogo di rigorosi controlli e di decisioni verticistiche invece che di consenso popolare.

Così il recente decreto “Sblocca Italia”, dai più considerato del tutto privo dei necessari requisiti di necessità e urgenza e contenente materie del tutto disomogenee, rappresenta l’ennesimo decreto di deregolamentazione “selvaggia” a danno del Paese.

In esso si tornano a elargire, a piene mani, favori alle potenti lobby dell’energia fossile e del cemento, decretando la libertà di perforare ovunque per stoccare metano e alla ricerca dell’ultima goccia di oro nero, nonché la proroga delle concessioni autostradali scadute e in scadenza, peraltro vietata dalle norme europee.

Il “cambiamento” (?) che lo Sblocca-Italia propone è in realtà la riedizione di una politica vecchia e miope già bocciata dalla storia, che, se attuata, produrrà altri disastri paesaggistici, ambientali, architettonici, allontanando così il Paese da politiche di rinascita strutturale.

Riteniamo che la ripresa economica dell’Italia possa e debba avvenire attraverso la valorizzazione della bellezza del suo paesaggio, con investimenti pianificati nella cultura e nella ricerca, nella difesa idrogeologica e nella messa in sicurezza del territorio, intervenendo sulla fatiscente edilizia scolastica, nonché nel potenziamento della rete ferroviaria, regionale e metropolitana.

Gli scienziati continuano a ripeterlo e non sanno più come dircelo: il cambiamento climatico non significa solo un po’ più di caldo o qualche temporale fuori stagione. Non è un’esagerazione: la nostra stessa “sopravvivenza” è a rischio. Questa è una battaglia per salvare il pianeta.

BASTA CEMENTO! STOP AL CONSUMO DI ENERGIA FOSSILE!

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