Martedì, 19 marzo 2024 - ore 11.51

Cremona Pianeta Migranti. Oltre che clandestini ora sono anche ‘untori’.

I migranti restano “clandestini” ma diventano anche “untori” che diffondono il virus. Si continua ad alimentare paura e insicurezza.

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. Oltre che clandestini ora sono anche ‘untori’. Cremona Pianeta Migranti. Oltre che clandestini ora sono anche ‘untori’.

Cremona Pianeta Migranti. Oltre che clandestini ora sono anche ‘untori’.

L’ultimo rapporto dell’associazione Carta di Roma ”Notizie in transito” che monitora l’informazione sul fenomeno migratorio, dice che nei giornali e telegiornali si parla sempre meno dei migranti e per lo più in modo distorto.

I migranti restano “clandestini” ma diventano anche “untori” che diffondono il virus. Si continua ad alimentare paura e insicurezza.

Ilvo Diamanti, che ha curato l’analisi dell’ottavo Rapporto della Carta di Roma, che ha per titolo “Notizie in transito” dice che, oggi, la vera notizia è diventata il virus e non più il racconto dell’invasione, dell’assedio e della criminalità migrante.

Diamanti commenta i numeri del rapporto nato dalla ricerca condivisa da Carta di Roma con l’Osservatorio di Pavia, che ha monitorato le prime pagine di 6 quotidiani nazionali, i telegiornali di prima serata di Rai, Mediaset e La7, i social, Facebook e Twitter.

Le 834 notizie relative ai migranti pubblicate sulle prime pagine dei giornali mostrano un crollo vertiginoso del tema: il 34% in meno rispetto al 2019. Nel 53% dei casi, si parla dei flussi via mare, come se non esistesse altra forma di arrivo o altro fatto meritevole di essere raccontato. Se ne parla in modo meno allarmistico rispetto al passato, ma quasi mai in tono rassicurante.  

I protagonisti delle notizie sono spesso esponenti politici, e i termini usati sono quasi sempre di stampo bellico: invasione, respingimenti, ‘noi e loro’, confini, frontiere, attacco all’identità. A ciò si aggiunge il termine “untori” cioè, portatori e diffusori del virus. Una nuova stigmatizzazione.

Anche sui telegiornali il numero delle notizie date è crollato: non scompare però la voce criminalità e sicurezza. Solo nel 7% dei servizi televisivi, i rifugiati e i richiedenti sono protagonisti: una narrazione passiva che si conferma nel tempo.

Ma il massimo dell’informazione distorta e allarmistica si trova sui social. Predominano le notizie su chi è positivo, su chi scappa dai Centri di accoglienza, sulle dichiarazioni di chi denuncia che i migranti possono sbarcare mentre gli italiani non possono uscire di casa, creando così una contrapposizione “noi” “loro”, che alimenta una narrazione sempre emergenziale.

Il “noi” e “loro” diventa netto su Twitter, dove prevale la formazione di due gruppi opposti: l’out group dei migranti versus l’in group degli italiani. Una contrapposizione che agisce a livello pervasivo sedimentando, ancora una volta, la narrazione distorta. Con l’unico fine di incrementare la paura. Perché di questa inquietudine, di questi due ambiti così importanti nella formazione delle idee e della percezione della realtà ne hanno bisogno i media, per tenere alto l’audience, e la politica, per mantenere il consenso.

 

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