Sabato, 20 aprile 2024 - ore 02.26

È ancora scontro sui licenziamenti facili

| Scritto da Redazione
È ancora scontro sui licenziamenti facili

Berlusconi: chi perderà il posto avrà la cassa integrazione.
Bersani: il governo è entrato a gamba tesa sul mercato del lavoro.
I sindacati confermano: daremo battaglia
I licenziati avranno la cig. Parola, non troppo rassicurante per la verità, del premier Silvio Berlusconi. “L'obiettivo - ha detto oggi in una intervista-monologo con Maurizio Belpietro su Canale 5 - è incentivare le assunzioni, non i licenziamenti. I dipendenti troveranno nello Stato, attraverso la cassa integrazione, la garanzia di essere remunerati e avere tempo di trovarsi un lavoro”. Insomma: non ci saranno “scontri sociali per le nuove norme sui licenziamenti” prospettate nella lettera all'Europa.

Sarà, ma in quella missiva, ribadisce il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani intervistato da Radio anch'io “ci sono solo parole, molte già dette, altre una vera e propria minaccia al mercato del lavoro con un intervento a gamba tesa sui licenziamenti. Questo vuol dire che circa 300mila cassintegrati sarebbero licenziati: questo non ha nulla a che vedere con la flessibilità del mercato del lavoro”.

“Questo governo se ne deve andare. Ogni giorno che passa sono altre macerie sul nostro presente e soprattutto sul nostro futuro”. Così Susanna Camusso, segretario generale della, in un'intervista all'Unità. “Malgrado Berlusconi abbia puntigliosamente dettato mesi e scadenze - spiega la sindacalista -, credo che non abbia convinto nessuno. È solo un elenco di cose, di luoghi comuni. Si presenterà in Parlamento chiedendo la fiducia sulla libertà di licenziare per decreto? Mi sembra un'operazione mediatica”. Sul bersaglio licenziamenti facili, prosegue, “hanno puntato con un accanimento incomprensibile, dall'articolo 18, al collegato lavoro, all'articolo 8, in una società dove mai si è vietato di licenziare. Secondo loro un imprenditore non assume perché‚ poi non potrebbe licenziare. Niente di più falso”.

“Il governo agita i licenziamenti solo per ragioni ideologiche, esattamente come fanno sul versante opposto quelli che denunciano soprusi ogni due per tre”. Lo dice il leader della Cisl Raffaele Bonanni in un'intervista alla Stampa. “Durante la crisi non abbiamo mai voluto andare allo sciopero - spiega -, per non far perdere soldi ai lavoratori e non danneggiare le aziende. Abbiamo protestato di sabato e fuori dall'orario di lavoro'. 'E adesso - aggiunge - mi dite a che serve anche solo parlare di licenziamenti?'. Sul mercato del lavoro possiamo discutere. Sui licenziamenti no”.
LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it/

fonte:
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