Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 06.15

È guerra tra Israele e Palestina: razzi di Hamas e bombardamenti israeliani

Appello di Unicef e UNRWA per i bambini palestinesi. A Gaza distrutte tutte le strutture pubbliche. 5 morti israeliani, una cinquantina tra i palestinesi

| Scritto da Redazione
È guerra tra Israele e Palestina: razzi di Hamas e bombardamenti israeliani

In una dichiarazione congiunta, Lucia Elmi, rappresentante speciale dell’Unicef nello Stato di Palestina e Matthias Schmale, direttore delle operazioni dell’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA) nella Striscia di Gaza. Denunciano che «L’escalation nella Striscia di Gaza della scorsa notte, dopo settimane di violenza a Gerusalemme, ha provocato almeno 20 morti, tra cui – confermati – nove bambini palestinesi. Quattro di questi bambini erano fratelli e molti frequentavano la stessa scuola UNRWA. E’ notizia confermata di almeno 25 bambini feriti, con segnalazione di un numero molto maggiore. Le Nazioni Unite stanno verificando queste notizie. Nel sud di Israele, è confermato che almeno un bambino nella città di Ashkelon è stato ferito. Sono state segnalate almeno tre scuole come danneggiate, una in Israele e due nella Striscia di Gaza. Il conflitto ha un impatto profondo e duraturo sui bambini, indipendentemente da dove vivano. Un bambino è un bambino. Tutto questo va avanti da troppo tempo. Tutte le parti devono impedire un’ulteriore escalation di violenza, proteggere i civili e porre fine alle violazioni contro i bambini, ovunque essi si trovino e in ogni momento».

Mentre il loro esercito bombardava la Striscia di Gaza – la più grande prigione all’aperto del mondo –  2 milioni di israeliani hanno vissuto una notte nell’insicurezza, bersagliati dai razzi di Hamas e molto probabilmente di altre formazioni della resistenza palestinese.

Israel Hayom, un giornale, vicino al governo di destra israeliano ha scritto: «Le sirene hanno suonato tutta la notte, dal sud alla periferia settentrionale di Tel Aviv (centro, spingendo milioni di israeliani a cercare riparo». Nei territori occupati sono rimasti uccisi 5 israeliani e più di 80 coloni sono stati feriti, alcuni dei quali gravemente.

L’Home Front Command dell’esercito Israeliano ha dichiarato: «Si è deciso di imporre lo stato di emergenza nelle aree bombardate, durante la notte» e che le scuole rimarranno chiuse, poi ha esortato i civili  rimanere vicino ai rifugi.

Secondo Israel Hayom, «Questo conflitto tra Israele e Hamas è il più feroce dalla guerra a Gaza del 2014».

Il governo israeliano ha inviato 16 unità dell’esercito nella città arabo-israeliana di Lod per reprimere di massa. Ieri erano stati arrestati più di 100 arabi-israeliani e un manifestante palestinese, Musa Hassouna, era stato ucciso dalla polizia israeliana.

La situazione, già tesissima e che ha visto anche scontri tra le forze armate israeliane e arabi-israeliani, con negozi e sinagoghe dati alle fiamme, è precipitata ieri, dopo che l’aviazione israeliana ha pesantemente bombardato la striscia di Gaza e le brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno lanciato centinaia di razzi contro le città israeliane.

Secondo l’esercito di occupazione israeliano, la resistenza palestinese ha lanciato 1.050 razzi da Gaza che hanno raggiunto una vasta area che va da Tel Aviv, a nord, a Beersheba, a sud.

Per ritorsione, stamattina aerei da guerra israeliani hanno lanciato 100 attacchi sulla Striscia di Gaza, concentrati in modo particolare sulla Città di Gaza e su Khan Younis.

L’Agenzia InfoPal scrive che «Gli attacchi, i più violenti da quando l’aggressione sulla Striscia è iniziata, due giorni fa, hanno fatto saltare in aria tutte le stazioni di polizia, del governo, delle istituzioni palestinesi, oltre a diversi siti della resistenza».

In un comunicato stampa, il portavoce del ministero degli Interni a Gaza, Iyad al-Buzm, sottolinea che «La serie di incursioni aeree israeliane hanno raso al suolo tutti gli alloggiamenti della polizia nell’enclave assediata».

Gli attacchi aerei hanno distrutto con 7 missili anche la Torre Jawhara, un edificio residenziale di 8 piani che ospitava numerosi uffici e agenzie di stampa palestinesi, arabe e internazionali. Martedì sera  avevano distrutto la Torre Hanadi. Diversi appartamenti sono stati bombardati nel più grande complesso residenziale di Gaza, la Torre Al-Susi, a ovest della Città di Gaza, che comprende decine di appartamenti.

Ashraf Al Qidra, portavoce del ministero della salute palestinese a Gaza, ha detto che «Gli attacchi alle case dei cittadini e dei quartieri residenziali affollati mette più della metà della popolazione della Striscia di Gaza, compresi i bambini e le donne, in uno stato di panico, con pericolose ripercussioni psicologiche, a causa del suono spaventoso delle incursioni aeree e successive esplosioni, delle scene di distruzione e delle vittime della continua aggressione israeliana. Nei due giorni di bombardamenti, 43 palestinesi, tra cui 12 bambini e 3 donne, sono stati uccisi, mentre altri 296 sono rimasti feriti».

Tor Wennesland, il Coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, ha detto che nei Territori Palestinesi Occupati, «La situazione sta degenerando verso una guerra su vasta scala, tra continui attacchi aerei e attacchi missilistici. Cessate immediatamente il fuoco. il costo della guerra a Gaza è devastante e viene pagato dalla gente comune. I leader di tutte le parti devono assumersi la responsabilità della riduzione di questa escalation … devono fermare la violenza ora».

In merito agli sfratti a Gerusalemme Est che hanno dato il via a questa nuova guerra israelo-palestinese, nel suo briefing al Consiglio di sicurezza del 10 maggio, Wennesland, aveva dichiarato: «Ho ripetutamente invitato Israele – anche in questo Consiglio – a cessare tutti gli sfratti e le demolizioni, in linea con i suoi obblighi in base al diritto internazionale umanitario. Sottolineo che Gerusalemme est rimane parte del territorio palestinese occupato al quale si applica il diritto internazionale umanitario e noto che le risoluzioni delle Nazioni Unite che affrontano la situazione a Gerusalemme est hanno respinto tutte le misure volte ad alterare la composizione demografica, il carattere e lo status dei Territori Palestinesi occupati fin da allora, il 1967, inclusa Gerusalemme Est».

L’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (Ocha) ha lanciato un drammatico allarme: « L’attuale escalation nella regione rischia di peggiorare una situazione umanitaria già terribile, soprattutto a Gaza, dove il settore sanitario in difficoltà è ulteriormente gravato dalla pandemia di Covid-19. Di immediata preoccupazione è la chiusura dell’unica centrale elettrica di Gaza entro la fine di questa settimana per mancanza di carburante, con conseguenze negative per la fornitura di servizi vitali»

Il coordinatore umanitario dell’Onu, Lynn Hastings, ha concluso: «Tutte le parti hanno obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario; devono essere rispettati i principi di distinzione, precauzione e proporzionalità nell’uso della forza. Gli attacchi aerei in aree densamente popolate rischiano di violare questi principi. I razzi sono indiscriminati per natura e come tali violano il diritto internazionale».

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