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Fisco: cos'è il fiscal drag / Scheda

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Fisco: cos'è il fiscal drag / Scheda

Il drenaggio fiscale (o "fiscal drag") consiste nell’aumento di carico fiscale prodotto dalla combinazione fra progressività dell’imposta e inflazione. Come opera, come si può correggere, cosa è stato fatto
Il “fiscal drag”: come opera, come si può correggere, cosa è stato fatto
1. Il drenaggio fiscale (o “fiscal drag”) consiste nell’aumento di carico fiscale prodotto dalla combinazione fra progressività dell’imposta e inflazione. É quanto avviene, in particolare, nel caso dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), allorquando, in presenza di parametri (scaglioni, detrazioni, deduzioni) definiti in termini nominali, un aumento monetario della base imponibile comporta, a parità di reddito reale, una crescita dell’aliquota media: sia perché parti di imponibile possono slittare verso aliquote superiori; sia perché detrazioni e deduzioni in cifra fissa finiscono per perdere di peso di fronte all’inflazione; sia, infine, perché in presenza di detrazioni decrescenti al crescere del reddito, un aumento monetario dell’imponibile determina un parallelo ridimensionamento dell’importo della detrazione.
2. Esistono diversi meccanismi correttivi del “fiscal drag”. Fra quelli di natura automatica rientrano: i) il deflazionamento della base imponibile su cui viene calcolato il debito di imposta (applicazione di un coefficiente corretto per l’inflazione dell’anno corrente al reddito complessivo); ii) l’indicizzazione periodica dei limiti degli scaglioni e del valore nominale delle detrazioni e delle deduzioni. La correzione discrezionale, invece, si basa sulla revisione periodica della scala delle aliquote, dell’ammontare delle detrazioni e dei limiti di reddito.
3. In passato, ed in contesti inflazionistici pronunciati, il nostro legislatore è intervenuto più volte sulla struttura dell’Irpef per correggere il “fiscal drag”. Con la legge n.154 del 1989, venne introdotto un meccanismo automatico di recupero del drenaggio fiscale, basato sull’indicizzazione dei limiti di scaglioni, delle detrazioni e dei relativi limiti di reddito alle variazioni annue dell’indice dei prezzi al consumo FOI (se superiori al 2%). Attraverso questo dispositivo l’effetto “fiscal drag” fu totalmente annullato negli anni 1990 e 1991.
Dopo appena tre anni (legge n. 438/1992) fu disposta la restituzione solo parziale del drenaggio fiscale, limitando l’indicizzazione esclusivamente alle detrazioni (familiari e da lavoro).
Gli interventi successivi sancirono il definitivo abbandono di ogni automatismo, e la correzione degli effetti del “fiscal drag” fu affidata alla discrezionalità della politica economica. In tale solco si collocarono: i) il Decreto legislativo 446/1997, in attuazione della legge delega 662/1996, che ritoccò scaglioni, aliquote e detrazioni, senza menzione alcuna al recupero del drenaggio fiscale; ii) le leggi finanziarie per il 1997 (n. 663/1996) e per il 1998 (n. 450/1997), che disposero un aumento degli assegni al nucleo familiare e delle detrazioni a favore dei lavoratori dipendenti e dei pensionati «in luogo della restituzione del drenaggio fiscale».
L’ultimo intervento legislativo esplicitamente finalizzato al recupero del “fiscal drag” si registrò con la Finanziaria 2001, in cui venne nuovamente ritoccato il meccanismo d’imposizione dell’Irpef per gli anni 2001-2003, aumentando le detrazioni familiari e da lavoro e ridefinendo scaglioni ed aliquote dell’imposta.
La scheda è tratta dal rapporto "La dinamica salariale tra inflazione, federalismo e fiscal drag", a cura del Cer (Centro Europa ricerche), Fondazione Di Vittorio e dell'Ires Cgil. Qui la sintesi del rapporto

http://www.rassegna.it/userdata/articoli/allegati/2013/03/salari-federalismo-e-fiscal-drag2013_337042.pdf

fonte www.rassegna.it

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