Lunedì, 20 maggio 2024 - ore 02.08

G. Carotti (Comitato acqua pubblica): Appello al sindaco

| Scritto da Redazione
G. Carotti (Comitato acqua pubblica): Appello al sindaco

Stimato signor sindaco,

è un accorato appello che il Comitato Acqua Pubblica del territorio cremonese le rivolge. Come sa, a giorni è convocata una Conferenza dei Comuni all'interno della quale Le sarà chiesto di approvare un piano d'ambito che, comprendendo la remunerazione del capitale investito e scegliendo soprattutto una soluzione gestionale mista, va in modo frontale e netto contro la volontà liberamente e democraticamente espressa dalla maggioranza assoluta degli italiani a giugno scorso. Inoltre non tiene minimamente conto delle richieste che tanti sindaci avevano fatto in occasione della precedente discussione.

La conferenza informativa del 15 u.s. è stata convocata in fretta e furia, tanto che molti sindaci non sono neppure riusciti a parteciparvi; la presentazione del nuovo piano d'ambito in tale occasione è stata peraltro decisamente sommaria. Ora le vengono concessi solo sette giorni di tempo per giudicare un piano d'ambito completamente rifatto, riparametrato e ripensato in ogni suo capitolo. Noi pensiamo che questo sia uno schiaffo pesante all'istituzione che lei rappresenta e una forzatura che i cittadini per primi non possono accettare, perché si rendono conto che lei non viene messo in condizione di decidere con serenità.

Altro elemento di forte preoccupazione è il fatto che lei venga da mesi informato in maniera non solo parziale, ma soprattutto gravemente e proditoriamente incompleta. Le viene detto che le possibilità di scelta sono solo tre, continuando ad insistere sulle società di diritto privato, mentre le società di consulenza e il cda dell'Ufficio d'Ambito sanno benissimo che esistono anche le aziende di diritto pubblico, previste dalla normativa europea. Se lei deve decidere di affidare un bene comune per vent'anni deve poter avere davanti tutte le scelte possibili, non solo quelle che chi vuole privatizzare le propone.

Le viene detto che non aprire al privato comporterà difficoltà nel reperimento dei fondi per gli investimenti: niente di più falso e lo dimostra ad esempio l'esperienza dei nostri vicini di casa di Lodi (alleghiamo gli appunti da noi stesi durante l'incontro in Provincia del 7 settembre). I fondi per i lavori necessari sono automaticamente assicurati dal piano d'ambito! Se in queste settimane poi la situazione dell'accesso al credito e della credibilità dell'Italia sul piano finanziario è difficoltosa, non si può pensare che si resti per 20 anni in una situazione simile. Evidentemente si vuole approfittare in modo davvero vergognoso di questa diffusa incertezza per costringere lei e i cittadini a svendere i propri beni più preziosi.

Con la società mista non vengono, come maldestramente si dice, salvaguardate le aziende locali, perché le norme dicono che il socio privato non può essere un socio finanziario (una banca, ad esempio) ma un operatore tecnico cioè un'altra azienda già attiva sul servizio idrico: ACEA, Iren, Véolia, A2A solo per fare alcuni nomi: nel giro di pochi anni le nostre aziende verranno inevitabilmente fagocitate, vista la sproporzione enorme di forze. Quello che si vuole in realtà, lei lo sa bene, è salvaguardare le poltrone politiche.

L'unico modo di salvare la vera ricchezza delle aziende — che sono le strutture, il personale e il servizio per i cittadini — è mantenerle, i cittadini lo hanno capito benissimo, fuori dal mercato. Le soluzioni sono a portata di mano e applicabilissime, come si vede a Como o Lodi (spa in-house) o meglio ancora Napoli (azienda di diritto pubblico, largamente preferita dal popolo dell’acqua) e in mille altri posti. Se le viene detto il contrario è solo perché esiste una volontà politica precisa di privatizzare a tutti i costi il servizio idrico a Cremona e provincia, perché fa gola a tanti.

Tutto questo in totale assenza di urgenza in quanto l'art. 23bis è stato abolito e con esso le scadenze previste come obbligatorie.

Questo gioco al massacro, che non si preoccupa di scardinare ogni senso dello Stato presso i cittadini tradendo la loro già a volte traballante fiducia nella democrazia e nelle istituzioni, non la può vedere connivente ma neppure esitante.

Dunque, signor sindaco, siamo certi che si opporrà alla privatizzazione del servizio con ogni mezzo a sua disposizione e richiederà semplicemente ma fermamente prima di tutto il rispetto della sua carica e del suo lavoro - esigendo il tempo necessario a esaminare il nuovo piano - e una informazione completa e non di parte, richiedendo che vengano auditi soggetti che stiano sperimentando l'azienda di diritto pubblico. Avrà in questo senso la massima collaborazione da parte nostra e la nostra piena riconoscenza.

Perché, come sempre, si scrive acqua e si legge democrazia.

 

Per il Comitato Acqua Pubblica del territorio cremonese

Giampiero Carotti

 

INOLTRE

 

il Comitato Acqua Pubblica della Provincia di Cremona, aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, chiede il ritiro del piano d’ambito così modificato e presentato il 15 novembre alla scorsa Conferenza dei Comuni in quanto contenente gli elementi sopra ricordati, contrastanti con lo spirito e con l'esito referendario;

la revisione del piano stesso eliminando dalle componenti tariffarie la remunerazione del capitale investito ed orientando la scelta della soluzione gestionale verso modelli societari che non prevedano la presenza di privati, privilegiando il modello dell’azienda di diritto pubblico.

Si avvisa sin d'ora che in caso contrario si agirà in tutte le sedi opportune, ivi comprese quelle giurisdizionali, per rendere effettivo il fondamentale diritto dei cittadini affermato con la consultazione referendaria del 12 e 13 giugno.


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