Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 19.44

Gli europei sono favorevoli alla Conferenza sul futuro dell’UE

| Scritto da Redazione
Gli europei sono favorevoli alla Conferenza sul futuro dell’UE

Gli europei sono favorevoli all’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, secondo il primo sondaggio Eurobarometro condotto insieme da Parlamento Europeo e Commissione Ue e pubblicato ieri 9 marzo.

L’indagine speciale di Eurobarometro sul futuro dell’Europa si è svolta tra il 22 ottobre e il 20 novembre 2020 nei 27 Stati membri dell’UE.

Stando ai risultati del sondaggio, pubblicati nell’imminenza della firma della Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, la stragrande maggioranza delle risposte (92%), distribuita fra tutti gli Stati membri, chiede che le decisioni relative al futuro dell’Europa tengano maggiormente conto della voce dei cittadini.

È proprio questo lo scopo della Conferenza sul futuro dell’Europa: aprire un nuovo foro pubblico che ospiti un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con gli europei sulle questioni che ritengono importanti e che incidono sulla loro vita quotidiana.

La conferenza sul futuro dell’Europa

Tre quarti degli europei pensano che la conferenza sul futuro dell’Europa avrà un effetto positivo sulla democrazia nell’UE: il 76 % concorda sul fatto che rappresenti un considerevole progresso in tal senso (il 25 % è d’accordo totalmente, il 51 % tendenzialmente), con una netta maggioranza a favore in tutti gli Stati membri dell’UE.

Le risposte evidenziano l’opportunità di coinvolgere attivamente persone di ogni estrazione (51%); un ruolo importante spetta ai giovani (47%) così come ai governi nazionali (42%) e agli accademici, specialisti, intellettuali e scienziati (40%).

Poco più della metà degli europei (51%) vorrebbe partecipare in prima persona, con le risposte più entusiastiche in arrivo da Irlanda (81%), Belgio (64%), Lussemburgo (63%) e Slovenia (63%).

La voce dei cittadini nell’UE

Il voto alle elezioni europee emerge indubbiamente (nel 55% delle risposte) come il modo più efficace per far sentire ai decisori dell’UE la voce dei cittadini, ma questo non va a scapito di un sostegno molto forte a una maggiore incidenza dei cittadini nelle decisioni relative al futuro dell’Europa. Fra il 92% di coloro che reputano necessario tener maggiormente conto delle opinioni dei cittadini dell’UE, il 55% concorda totalmente, il 37% tendenzialmente. Soltanto il 6% non condivide l’affermazione.

Il futuro dell’Europa

Sei europei su dieci riconoscono che la crisi del coronavirus li ha indotti a riflettere sul futuro dell’Unione europea (il 19% concorda totalmente, il 41% tendenzialmente); il 39%, invece, dissente (il 23% tendenzialmente, il 16% totalmente).

Ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto di scegliere gli sviluppi che volevano trovare nel futuro dell’Europa: i due più citati sono stati l’equiparabilità del tenore di vita nei diversi Stati membri (35%) e una maggiore solidarietà tra questi (30%). Prioritarie per gli europei sono anche la definizione di una politica sanitaria comune (25%) e la comparabilità dei parametri nell’istruzione (22%).

Punti di forza e sfide

A parere degli europei, i principali punti di forza dell’UE sono il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto (32%) e la potenza economica, industriale e commerciale (30%). Il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto è considerato il patrimonio più importante dell’UE (in assoluto o insieme ad altro) in 14 paesi, in primis in Svezia, paese nel quale è citato come fondamentale nel 58% delle risposte. La potenza economica, industriale e commerciale è considerata il patrimonio più importante dell’UE (in assoluto o insieme ad altro) in nove paesi, capitanati da Finlandia (45%) ed Estonia (44%).

Il problema dei cambiamenti climatici emerge chiaramente come la principale sfida globale che si ripercuoterà sul futuro dell’UE, selezionata dal 45% delle risposte; il secondo e il terzo posto, selezionati da una percentuale simile di europei, sono occupati da terrorismo (38%) e rischi sanitari (37%), La migrazione e lo sfollamento forzati costituiscono la quarta sfida più citata, in poco più di un quarto delle risposte (27%).

(aise)

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