Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 19.43

Grillo come Bossi | L. D’Avossa

| Scritto da Redazione
Grillo come Bossi | L. D’Avossa

Gentile direttore,
il mio indimenticabile insegnante di lettere, prof. Giuseppe Parlato, andava riferendoci l’adagio secondo cui «La storia è maestra di vita». Ma si capiva che, a volte, la sua esperienza lo spingeva a dubitare della veridicità di quell’adagio. Riusciva a trasmettere a noi alunni questo suo dubbio, insegnandoci in tal modo a non accettare criticamente anche concetti quasi dogmatici. Come avevi ragione, carissimo prof. Parlato! Gli eventi politici di questi ultimi tempi ci dicono chiaramente che la storia non è maestra di vita. Anzi. L’ascesa veemente alla ribalta politica del comico Grillo non è altro che l’esatta ripetizione della scalata al potere della Lega di Bossi, che fondava la sua essenza sul razzismo più odioso, quello praticato sui fratelli. Per Bossi i «terroni» erano la causa di tutte le rovine d’Italia, dimenticando che i settentrionali apostrofavano gli abitanti del nord est come «terroni del nord». Mi permetta, caro direttore, di rivolgere a Beppe Grillo due domande:
1) è pronto a riconfermare la sua gravissima dichiarazione per la quale «la mafia non strangola le sue vittime, mentre lo Stato sì»?
2) È sempre valida l’affermazione,  altrettanto grave, secondo la quale «non mi interessa il problema dei figli di seconda generazione (circa 600.000) di extracomunitari nati in Italia che giustamente, secondo me, rivendicano la cittadinanza italiana?

Da queste risposte, che senz’altro non arriveranno, dovrà dipendere il giudizio della gente, giudizio che in cuor mio è già molto chiaro (...).

Licio D’Avossa
(Marina di Massa)

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