Signor direttore, c’era una volta un giardino, quello di piazza Roma. Aveva erba e fiori in quantità. Ma ad un certo punto, a causa della trascuratezza, la rigogliosità del giardino è venuta meno. La soluzione scelta come rimedio, quella cioè di intervenire cambiandone la pavimentazione, il contorno delle aiuole e i loro bordi, ci aveva sorpreso. Ciononostante non avevamo perso la speranza di poter continuare a godere del ‘nostro’ (siamo cittadini cremonesi) giardino, anche se impoverito del suo verde. Ma così non è stato. Se la mancanza di alberi, infatti, lo ha reso impietosamente assolato e in sostanza fruibile solo là, dove a dare riparo dall’arsura sono i muri delle case, anche questo alla fine si è rivelato impossibile, perché la nuova pavimentazione, abbacinante sotto il sole, costituita all’inizio da fastidiosissimi sassolini, si è trasformata col tempo in una polvere finissima, come talco, che sollevandosi (e a sollevarla sono molte le cause, comprese quelle facilmente, volendo, rimovibili)..., rende irrespirabile l’aria. Che dire? Che la nostra è un’amministrazione comunale cui stanno a cuore i suoi cittadini, i più semplici, quelli che si accontentano di poco e che ci vorrebbe poco ad accontentare (in fondo chiedono solo di poter passare qualche ora su una panchina)! Mi riferisco soprattutto agli anziani, che ora altro non possono fare se non guardare con desolazione il ‘nuovo’ giardino. Ma certo la centralissima piazza Roma non è nemmeno un bel biglietto da visita per i turisti, che pure, per altre ragioni, dovrebbero stare a cuore ai nostri amministratori. Del resto, stando così le cose, la spesa che ora il giardino richiede non è indifferente. Davvero non si può almeno tamponare questa incresciosa situazione (magari compattando in qualche modo quella nefandezza che si è rivelato il calcestre) e rendere più accettabile, per tutti, quello che in fin dei conti è sempre stato il vero giardino della nostra città?
Ivana Brusati (Cremona)
