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I grillini in Regione Lombardia votano contro le fusioni di 38 comuni lombardi

| Scritto da Redazione
I grillini in Regione Lombardia votano contro le fusioni di 38 comuni lombardi

I grillini in Regione Lombardia votano contro le fusioni di 38 comuni lombardi, mentre Grillo sul suo blog accusa i partiti di non volerle
Pizzul (PD): noi più favorevoli alle fusioni dei M5S, attendiamo la presa d’atto sul blog di Grillo
Mentre Beppe Grillo accusa i “partiti” di non volere le fusioni dei comuni sotto i 5mila abitanti (questo il primo post ora sul blog di Beppe Grillo) i suoi rappresentanti in Consiglio regionale votano contro le fusioni di 38 comuni lombardi in dieci centri più grandi. È successo oggi al Pirellone, nella seduta congiunta delle commissioni Affari istituzionali e Riordino delle autonomie chiamata a votare su 19 progetti di fusione che interessano 58 sui 1500 comuni lombardi, dopo l’esito dei referendum popolari. Scontato il voto della commissione su 17 accorpamenti, essendoci un chiaro orientamento popolare per il sì o per il no. Molto meno scontato il voto su due fusioni, una in provincia di Como (Uggiate Trevano, Faloppio e Ronago) e una in provincia di Mantova (San Giorgio Mantovano e Bigarello) dove la somma dei sì era nettamente prevalente ma a contare, per i partiti di centrodestra e per il M5S, è stato il no del minore dei comuni in entrambe le aggregazioni.

“È singolare che mentre Beppe Grillo accusa i partiti di non voler fare le fusioni dei comuni sotto i 5mila abitanti i suoi seguaci in Regione Lombardia votino contro come se nulla fosse. Eppure la posizione che compare sul blog più famoso d’Italia non ammette sfumature e addita le altre forze politiche di non volere il cambiamento che invece i 5 Stelle dovrebbero saper portare. A quanto pare il PD, che pure vuole tener conto del risultato dei referendum, è più favorevole alle fusioni dei piccoli comuni di quanto non lo sia il movimento guidato da Grillo stesso. Attendiamo la presa d’atto sul suo blog”.

Ecco l’incipit del post di Grillo: “Le parole che vorremmo sentire, quelle che non sono mai pronunciate, le parole proibite, messe all'indice dai partiti. Le parole necessarie come reddito di cittadinanza e gli aiuti alle piccole e medie imprese. Le parole indispensabili come il taglio di 100 miliardi di costi inutili, a iniziare dalle province e dall'accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti …“

Milano, 8 gennaio 2013

Ufficio Stampa PD

Consiglio regionale della Lombardia

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