Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 16.05

Il futuro è vicino | Guido Vicario

| Scritto da Redazione
Il futuro è vicino | Guido Vicario

Le prefiche nell’antica Roma erano le donne pagate per piangere ai funerali. Bene. Almeno di queste ci sentiamo già liberati con l’esito clamoroso delle primarie vinte da Bersani. Fino a poco tempo fa i nostalgici dei passati ventenni sostenevano con i loro vacui discorsi che “ non si sa per chi votare”. Tre milioni di italiani hanno detto chiaro e tondo che “si sa per chi votare”.

Ma soprattutto tre milioni di italiani hanno individuato non un “CHI” ma “quanti” degni e capaci italiani hanno le capacità, la serietà, la cultura, l’onestà, la statura politica  necessarie per guidare un paese. Non un “CHI” dunque ma una squadra intera. Né un “CHI” che parla dai balconi facendo la faccia feroce, né un “CHI”, che pretende il 20% su tutti gli appalti del paese, né un “CHI” che nomina le igieniste dentali ad assessori e i propri avvocati a parlamentari, lo stesso che, con gli altri, ha portato il paese alla rovina.  
Una squadra fatta prima di tutto di centomila italiani che senza compenso alcuno, senza stipendi da Olgettine, hanno reso possibile questa silenziosa rivoluzione e la creazione dal nulla di una struttura di scrutatori volontari.
Una squadra fatta da cinque leader, non uno. Leader che rappresentano tutti insieme una novità clamorosa: la pacata e lungimirante sapienza politica di Bersani, la acuta e profonda cultura politica di Vendola, la visione green e aperta ai grandi problemi ambientali e sociali della Puppato, la collaudata esperienza di alta finanza e  gestione di Tabacci e infine il giovane Renzi con il suo travolgente entusiasmo, la vivacità, la voglia di cambiare il nostro paese ingessato da ortopedici interessati a paralizzare il paziente anziché a curarlo. Ortopedici politici che pensano solo a se stessi e non a rispettare il giuramento di Ippocrate…. 
Ora viene il bello. L’altro raggruppamento, apparentemente fatto di cartapesta messa insieme a tavolino con gli esperti di marketing si è rivelato invece fatto di “neve”. La neve si è sciolta al sole del rinnovamento voluto da tre milioni di italiani che invece di sventolare bandiere crociate, o con la mucca CAROLINA, o invece di attraversare lo Stretto di Messina a nuoto, va ai gazebo a votare per le Primarie e a versare due euro per coprire le spese della consultazione. Niente gesti dell’ombrello, niente diti medi levati al cielo, niente bandiere usate come carta igienica dopo avere giurato fedeltà al drappo tricolore, niente Masanielli né rivisitazioni qualunquiste.
Ma non basta. Ora vengono le danze. Rinnovare vuol dire adattare la pubblica amministrazione alle nuove tecnologie risparmiando il 50% del numero dei dipendenti pubblici con una spesa pletorica che rende necessarie tasse elevatissime, vuol dire trasferire queste grandi masse di lavoratori a mansioni utili e necessarie in ogni campo, vuol dire troncare la prassi della spesa doppia del necessario per tutti i lavori e i fabbisogni dello Stato, a partire dagli Ospedali, vuol dire sveltire anziché ostacolare  le prassi burocratiche, vuol dire far sentire i connazionali delle isole e delle valli lontane cittadini come gli altri, vuol dire risanare l’ambiente avvelenato e via dicendo.
Dovremo superare grandi ostacoli. Tutta la masnada che sappiamo difenderà con le unghie e con i denti i propri privilegi indebitamente ottenuti dal sultano e da un sistema corrotto fino al midollo. Avremo le lobby mafiose degli appalti abituati a ungere le ruote per i loro fini delittuosi, pronte anche ad uccidere come hanno fatto in un recente passato…..
Ma il Paese rinascerà, il Paese ritroverà il piacere di fare, di studiare, di fare ricerca, di inventare, di fabbricare, di coltivare, di allevare, di assistere i malati senza ingessarli, eccetera eccetera.
Ragazzi, un nuovo vento soffia impetuoso da sinistra. Issiamo le vele. Il futuro è vicino.

Guido F. Vicario

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