Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 18.55

Il gasdotto Nord Stream riprende, a flusso ridotto

Il 21 luglio è tornato a funzionare il gasdotto Nord Stream dopo uno stop di manutenzione, ma a capacità ridotta. Secondo Bruxelles Mosa ricatta l’UE

| Scritto da Redazione
Il gasdotto Nord Stream riprende, a flusso ridotto

Il gasdotto che porta il gas russo in Unione Europea, Nord Stream 1, è stato riaperto dopo dieci giorni di stop. Come dichiarato anche dal presidente russo Vladimir Putin, il flusso riprenderà al 40% della sua capacità qualora la turbina fuori servizio sia ripristinata in tempo. Altrimenti, le consegne di questo gasdotto si ridurranno al 18%. Ad ogni modo, la notizia ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai governi europei, che temevano che la Russia non avrebbe riaperto il gasdotto dopo la chiusura di inizio luglio dovuta a lavori di manutenzione. “La Russia ci sta ricattando, usando l’energia come arma”, aveva detto ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Col senno di poi, vediamo che nei mesi prima della guerra, la Russia ha intenzionalmente tenuto le consegne di gas al minimo possibile”. Una mossa che per von der Leyen è servita a manipolare il mercato energetico affinché salisse il prezzo del gas. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’azienda statale russa Gazprom ha già interrotto o ridotto il flusso di gas verso dodici paesi UE e il timore è che questo numero possa crescere, come ritorsione per le sanzioni occidentali.

Il ricatto del gas?

Quella del gas russo consegnato in Europa si sta trasformando in una partita a scacchi, dove vince chi sa predire le mosse dell’avversario. Al di là delle speculazioni sulla falsa manutenzione dei gasdotti – tesi sostenuta dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck – l’UE cerca di farsi trovare pronta qualora Mosca scegliesse di interrompere definitivamente le consegne. È per questo che mercoledì la Commissione UE ha richiesto agli stati membri di adottare una riduzione volontaria della domanda di gas russo del 15%. In particolare, la proposta di von der Leyen è che tra agosto 2022 e marzo 2023 ogni stato membro riduca il gas importato del 15% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. La proposta dovrebbe essere discussa martedì prossimo ma potrebbe volerci più tempo per raggiungere un’intesa: Danimarca e Paesi Bassi hanno fatto sapere di necessitare di più tempo affinché i rispettivi parlamenti studino la legge. I tagli delle esportazioni sono già stati attuati: al 100% per repubbliche baltiche, Finlandia, Polonia e Bulgaria; solo parzialmente per Germania, Italia, Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Slovacchia. In caso di interruzione totale, la posta in gioco sarebbe molto alta. Per i paesi più vulnerabili dell’UE, il Fondo Monetario Internazionale allerta che il PIL potrebbe crollare fino al 6%.

[…continua…]

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