Ora, a parte la giustificazione non richiesta, che suona un po’sospetta, l’affermazione sulla prima parte della Costituzione mi sembra ovvia oltre che non rispondente a verità: ovvia, perché ci mancherebbe che la riforma modificasse la prima parte, la quale, in verità, non è stata nemmeno interamente ancora attuata; non veritiera, perché il modo in cui si modificheranno le strutture della Repubblica inciderà anche sulle modalità con cui poter esercitare certi diritti contenuti nella prima parte. Faccio un solo esempio: la riforma introduce la ‘clausola di supremazia statale’ con la quale il Governo potrà imporre una sua decisione anche se essa contrasta con interessi di competenza esclusiva delle Regioni: questo vuol dire che potranno essere zittite, in nome di un non meglio precisato interesse nazionale, le esigenze legittime dei territori; e ciò in barba all’art 5 della Costituzione, che garantisce e promuove l’autonomia, territoriale o regionale che sia. Se allarghiamo l’esame alla nuova legge elettorale, l’Italicum, a cui bisogna sempre collegare la riforma del Senato, le cose si complicano: secondo quanto è stato stabilito, il partito che otterrà, in prima o in seconda battuta, la maggioranza relativa dei voti validi, si aggiudicherà un premio di maggioranza che lo porterà a conquistare il 55% dei seggi. (...) Ora, sappiamo che l’art. 48 comma 2 Costituzione dichiara che ‘Il voto è personale e uguale, libero e segreto’; ma è chiaro che, con questo sistema, un voto di maggioranza sarà ‘molto più uguale’degli altri. Voglio dire che una Costituzione è un tutto organico di cui non si può pensare di cambiare una parte, facendo finta che tutto il resto rimanga uguale. Il volantino di cui dicevo si chiude con questa affermazione: ‘E’necessario che rappresentanza e decisione trovino un migliore equilibrio’. Per quanto mi riguarda, dubito molto che con queste riforme ‘rappresentanza e decisione’ saranno meglio garantite.
Vincenzo Montuori (Cremona)