Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 15.19

Il PD di Renzi è l’alternativa alla destra populista| Franco Verdi

La socialdemocrazia, nutrita di diritti individuali, promesse neokeynesiane, difesa del Welfare, sembra destinata ad un irreversibile declino

| Scritto da Redazione
Il PD di Renzi è l’alternativa alla destra populista| Franco Verdi

Signor direttore, è chiara la lezione che viene dal voto inglese, dove gli elettori, nonostante la gravità della crisi economica, anni di impoverimento, prevista la fine del capitalismo, si sono rivolti non alla sinistra ma alla destra liberale e conservatrice. E ancor prima in Francia, rilanciando Sarkozy, per non parlare della Germania dove la Merkel non ha competitori. La socialdemocrazia, nutrita di diritti individuali, promesse neokeynesiane, difesa del Welfare, sembra destinata ad un irreversibile declino. Basta lo specchio dell’identità a salvare l’anima? Basta la compiaciuta purità ideologica ai limiti dell’estetismo? Basta l’aristocrazia della sconfitta? Direi di no! Ai partiti eredi della sinistra riformatrice, in Europa e in Italia, s’impone la necessità di un radicale cambiamento, di processo, di prodotto politico, di linguaggio, di visioni, di ideali. E’ quanto sta facendo, non senza fatica, il Pd a guida Renzi. Al netto di intemperanze caratteriali e di un decisionismo talvolta insofferente e poco incline al galateo, l’impegno è di quelli che fanno tremare le vene e i polsi. (...) Di fronte alla realtà globalizzata, alla vertigine del cambiamento secondo direzioni del tutto nuove, i partiti si sono posti in difensiva, trasformandosi progressivamente in corporazioni più interessate alla propria tutela anziché interpretare in modo nuovo il loro ruolo di particolarissimo corpo intermedio tra le istanze dei cittadini e le istituzioni. In questo contesto problematico aperto si colloca l’originalità del Pd. Un soggetto politico unico, un partito unico, dove le istanze riformatrici diverse, con una gloriosa storia alle spalle, potessero ritrovarsi per fondare una proposta di governo per un futuro possibile. Un partito per un tempo nuovo. Sapendo bene che la realtà presente richiede risposte che non possono più riferirsi al passato; risposte efficaci di fronte alla progressiva crisi dei corpi intermedi nelle quali le forme della partecipazione alla politica da parte dei cittadini sono molteplici e non più limitate alla sola adesione ad un partito. In questo contesto il Pd è chiamato a svolgere la sua funzione a partire dal coinvolgimento, attraverso le elezioni primarie, strumento delicatissimo da maneggiare con cura, di tutti coloro che intendono lasciare un’impronta nella vita della comunità politica democratica e per la selezione della sua classe dirigente. Un partito che si intende permeabile alla società, che non erige steccati ideologici, che si allarga al contributo di tutti coloro che desiderano partecipare alla sua missione riformatrice in Italia e in Europa. Non un partito annacquato o, come è stato detto, «pigliatutto» ma che, forte dei suoi valori e della sua visione, della sua chiara collocazione programmatica tra le famiglie europee, sa che la posta in gioco è il governo della complessità per tutti i cittadini. (...) Un partito per, a servizio del governo, il luogo dove i cittadini concorrono alla politica nazionale. Su questo filo di riflessione la fortunata formula individuata da Alfredo Reichlin di «partito della Nazione» in riferimento al Pd è definizione adeguata se la si intende non solo come descrittiva del fatto che il Pd ha sostenuto il sistema democratico, ha fatto da argine al dilagare possibile dei populismi che cavalcano la crisi con demagogia. Quel populismo becero e bue che critica la Caritas dal lunedì al sabato, mentre la domenica critica la Boldrini perché non ha visitato la Casa dell’Accoglienza. Altra questione, per ora solo accennata, è l’impresentabilità di un Centrodestra che sia di governo. Certo la partita, oggi, si deve giocare intorno alla capacità dei sistemi socioeconomici di integrare la crescita con un nuovo sviluppo sociale e umano e tutto ciò chiama al compito di costruire «un partito società, un luogo dove si forma una nuova classe dirigente e dove si possa elaborare un disegno etico e ideale», ma insieme, e ancor più, un partito della nazione è chiamato alla responsabilità di rilanciare la capacità della democrazia italiana di essere adeguata a rispondere alle sfide della contemporaneità. Fare il Partito della Nazione, afferma ancora Reichlin, non significa affatto mettere acqua nel vino del cambiamento, ma significa avere il coraggio di riforme nette, profonde e incisive. (...)

Franco Verdi (Presidente assemblea provinciale Pd Cremona

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