Quant’è bello fare il Ministro! Un esempio che consolida questo mio convincimento mi viene offerto dalla cronaca contemporanea a proposito del fallimento di quattro banche, che hanno trascinato ingenui e fiduciosi risparmiatori nel loro fallimento, provocato da spese interne folli, tamponati con la vendita di obbligazioni, tacendo agli acquirenti i rischi legati a tali prodotti finanziari.
Cosa c’entra la “nobile” attività di Ministro della Repubblica? C’entra se il Ministro si chiama Maria Elena Boschi ed è la figlia del Vicepresidente di una della quattro banche fallite. Si tratta di un bella fanciulla, di quelle “nate con la camicia”, alla quale non è mai mancato nulla, pescata da Renzi nel mare dell’anonimato, divenne Ministro per-non-si-sa-bene per quali meriti. È single, non ha una famiglia da mantenere, figli da accudire, quindi zero spese; gode di auto blu con autista, scorta, carburanti, bollo, assicurazione, cambio treno di gomme, tutto a carico dello Stato, quindi zero spese. A fronte di tale zero spese, c’è uno stipendio da Ministro, più le agevolazioni citate, oltre a treni e aerei gratuiti. È ipotizzabile che, anche facendo una vita dispendiosa, dello stipendio ministeriale abbia un minimo di “residui” mensile. A voler essere pignoli, la sig.na Ministro mensilmente dovrebbe avere un surplus di almeno 5.000 euro, pari a 60.000 euro l’anno, che in un anno e mezzo diventano 100.000 euro.
Con un padre Vicepresidente di una banca che vende obbligazioni, l’investimento più facile e più ovvio sarebbe stato proprio quello di acquistare le obbligazioni che il papà vende. Invece niente. Non ha investito un solo euro nella banca della quale il paparino è Vicepresidente. Come mai? Mi viene da pensare che un bel giorno deve aver annunciato al genitore di vole investire nella sua banca, avendone come risposta: «Ma sei matta?».
Rosario Amico Roxas
Il punto di Rosario Amico Roxas. Quant’è bello fare il Ministro!
Il nostro opinionista: «Maria Elena Boschi non ha investito nella banca di papà. Come mai?»
985 visite