Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 09.15

Indagine Coldiretti sul prezzo dell'illegalità

Lavoro, crisi, salute

| Scritto da Redazione
Indagine Coldiretti sul prezzo dell'illegalità

LAVORO: COLDIRETTI/IXE', 1 DISOCCUPATO SU 10 DISPONIBILE PER REATI - Il 61 per cento dei disoccupati è disposto ad accettare un posto di lavoro in un'attività dove la criminalità organizzata ha investito per riciclare il denaro e quasi uno su dieci (l’8 per cento) è pronto anche a commettere reati. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, sulla base dei dati Ixe’, presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. La criminalità organizzata trova, infatti, terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi come dimostra il fatto che mafia, camorra, ‘ndrangheta e company possono contare su un esercito potenziale di ben 230mila persone che non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni illegali pur di avere un lavoro. L’allentamento della tensione morale nei confronti della malavita provocato dalla crisi tocca la vita di tutti i giorni come conferma il fatto che – continua la Coldiretti - quasi un italiano su cinque (18 per cento) non avrebbe problemi a recarsi in un pizzeria, ristorante, bar o supermercato gestito o legato alla criminalità organizzata purche’ i prezzi siano convenienti (9 per cento), i prodotti siano buoni di ottima qualità (5 per cento) o addirittura se il posto sia comodo e vicino a casa (4 per cento). D’altra parte, la stragrande maggioranza del 63 degli italiani è d’accordo sul fatto che -continua la Coldiretti - in certe zone d'Italia dove c'e' molta disoccupazione e povertà, la criminalità organizzata ha saputo creare opportunità di lavoro. E il problema - continua la Coldiretti - non è confinato nel Sud tanto che l’84 per cento degli italiani ritiene ormai che la criminalità organizzata sia diffusa su tutto il territorio, rispetto ad una minoranza del 13 per cento che la localizza nel Mezzogiorno. A preoccupare anche l’impatto negativo della crisi sulla solidarietà, con un crescente numero di persone che non riesce più a permettersela come dimostra il fatto che - conclude la Coldiretti - la maggioranza del 58 per cento degli italiani non sarebbe disposto a pagare il 20 per cento in più per un prodotto alimentare ottenuto da terre o aziende confiscate alla mafia. “Bisogna spezzare il circolo vizioso che lega la criminalità alla crisi, con interventi per favorire, soprattutto tra i più giovani, l’inserimento nel mondo del lavoro, e l’impegno delle istituzioni, della scuola e delle organizzazioni di rappresentanza per scongiurare il pericolo che legittime aspirazioni ad avere un’occupazione possano essere sfruttate per alimentare l’illegalità”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

CRISI: COLDIRETTI, AUMENTO RECORD FRODI A TAVOLA + 277% SEQUESTRI - Con la crisi praticamente quadruplicano le frodi a tavola con un incremento record del 277 per cento del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, per garantire la sicurezza alimentare. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, sulla base dell’attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2008 al 2014. Nei primi nove mesi del 2014 sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 318,7 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (29 per cento), farine pane e pasta (16 per cento), latte e derivati (12 per cento), prodotti ittici (9 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (15 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost che spesso nascondono frodi e adulterazioni. L’attività dei carabinieri dei Nas nei primi nove mesi del 2014 ha portato all’arresto di ben 10 persone mentre 1310 sono state segnalate all’autorità giudiziaria e 7672 a quella amministrativa. “Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost e sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute”. Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell'ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire – conclude Moncalvo - dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata.

CRISI: LA FRODE È SERVITA, DAL VINO DI BOCELLI A COTICHE DI PARMA - Con la crisi è allarme a tavola per le frodi che colpiscono dal prestigioso vino spumante del tenore Bocelli contraffatto fino alle finte cotenne di prosciutto di Parma utilizzate per fare i fagioli con cotiche, piatto povero della tradizione. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dove i carabinieri dei Nas hanno allestito la prima esposizione degli strumenti di contraffazione e dei prodotti alimentari sequestrati in Italia. Le frodi a tavola – sottolinea la Coldiretti – consentono un guadagno che vada 5 a 60 volte il costo della sofisticazione a seconda del prodotto e colpiscono soprattutto i simboli del Made in Italy per il valore aggiunto che garantiscono. Si va - precisa la Coldiretti - dai marchi dei vini piu’ prestigiosi come il Brunello, il Chianti o il Morellino di Scansano fino alle confezioni contrassegnate da marchi appartenenti a ditte inesistenti che contengono olio di semi allungato con clorofilla e spacciato come extravergine. L’attività dei carabinieri dei Nas - continua la Coldiretti – ha consentito di smascherare anche mozzarelle fasulle ottenute dalla lavorazione anche con sostanze chimiche di semilavorati industriali, dette cagliate, importati dall’estero come i cosci di prosciutto marchiati come Parma grazie all’utilizzo di falsi punzoni. Ma la nuova frontiera delle frodi è internet dove si moltiplicano le offerte di prodotti contraffatti e pericolosi a partire dalle smart drugs che sono state oggetto di ripetuti sequestri.

CRISI: COLDIRETTI/IXE’, PICCOLI FURTI PER 1 ITALIANO SU 5 - Quasi un italiano su cinque (17 per cento) ha commesso furti anche piccoli perché costretto dalle difficoltà economiche che spingono a rubare per soddisfare anche i più elementari bisogni e le più tradizionali abitudini. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti’ sul prezzo dell’illegalità, sulla base dei dati Ixe’, presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dalla quale si evidenzia che nella stragrande maggioranza del 68 per cento dei casi sono stati sottratti generi alimentari, nell’11 per cento oggetti per i figli e nel 10 per cento strumenti di lavoro. Il risultato è che i furti nei supermercati in Italia hanno superato il valore di 3 miliardi di euro all’anno, secondo una stima della Coldiretti. Nella lista dei prodotti che scompaiono più facilmente dagli scaffali dei supermercati ci sono - riferisce la Coldiretti – i prodotti per la barba, accessori per l’abbigliamento, formaggi, giacche e cappotti, carne e profumi. Si tratta di referenze più facili da nascondere in borse, borsette o nelle tasche, ma che possono anche essere comodamente indossate sperando di farla franca. In Italia sono presi particolarmente di mira le specialità alimentari come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che attirano i “topi” di supermercato, ma anche i salumi di qualità ed i vini o i liquori. Sono peraltro - continua la Coldiretti - i formati già porzionati o confezionate di dimensioni ridotte quelli più apprezzati e crescono anche i furti dei preaffettati e dei pregrattugiati. Ad aumentare sono però anche i furti di prodotti agricoli nelle campagne, dalle insalate alla frutta, ma anche animali dalle pecore alle galline. Un segno dei tempi, con la crisi che, oltre a cambiare le priorità di spesa degli italiani, modifica anche gli obiettivi dei furti in un Paese come l’Italia dove - rileva la Coldiretti - la spesa per l’alimentazione raggiunge quasi il 19 per cento del totale. Le segnalazioni alla Coldiretti, infatti, si moltiplicano sul territorio ed evidenziano che i nuovi ladri non mostrano gusti particolari e colpiscono indistintamente tutte le produzioni commestibili. I furti avvengono preferibilmente di notte e oltre alle perdite provocate dalla sottrazione dei prodotti toccano spesso anche - precisa la Coldiretti - danni alle strutture e alle coltivazioni in campo magari non ancora pronte per la raccolta. Proprio in tale ottica la Coldiretti chiede un rafforzamento dell’attività di controllo delle forze dell’ordine sul territorio.

SALUTE: COLDIRETTI/IXE’, 65% ITALIANI TEME RISCHI A TAVOLA - Il 65 per cento degli italiani ritiene che la crisi abbia fatto aumentare i rischi alimentari. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, sulla base dei dati Ixe’ presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, dalla quale si evidenzia peraltro che ben il 12 per cento dichiara di esserne stato vittima. Sotto accusa per 1 italiano su cinque sono i cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono, infatti, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma - denuncia la Coldiretti - possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri. A preoccupare il 21 per cento è invece l’apertura delle frontiere con l’arrivo di alimenti che vengono da Paesi lontani con diverse condizioni sanitarie e produttive, ma che - sostiene la Coldiretti – non possono essere ben identificati sugli scaffali per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura di origine. A preoccupare sono però anche le frodi di quanti trovano nel settore alimentare una importante occasione di business. L’agricoltura e l’alimentare sono infatti considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti più economici prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi due italiani su tre (57 per cento) chiedono - conclude la Coldiretti – che venga sancita la sospensione dell’attività.

ALIMENTARE: COLDIRETTI,SALE A 14 MLD IL BUSINESS DELL’ILLEGALITA’ - Dalle mozzarelle ai terreni agricoli, dai ristoranti all’autotrasporto, il business dell’agromafia fattura in Italia circa 14 miliardi di euro in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, presentata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. Proprio per contrastare questi fenomeni la Coldiretti insieme all’Eurispes ha promosso la Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” con il procuratore Giancarlo Caselli alla guida il Comitato Scientifico della Fondazione, mentre il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ne è il presidente. La criminalità – sottolinea Coldiretti – controlla in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e della frutta e della verdura. Potendo contare costantemente su una larghissima e immediata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, si muovono con maggiore facilità rispetto all’imprenditoria legale. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – conclude la Coldiretti - compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.

Fonte: Coldiretti

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