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INPS: cos’è e cosa fa

| Scritto da Redazione
INPS: cos’è e cosa fa

Forse non tutti sanno che la sigla INPS vuol dire Istituto Nazionale Per la Previdenza Sociale. Ecco cos’è e quali sono le sue principali prestazioni e perché in molti casi è importante rivolgersi a questo Ente.
Come detto, l’INPS è un ente previdenziale dello stato cui fanno capo diverse forme di tutela pubbliche finalizzate all’assistenza dei lavoratori. Detto “in soldoni” l’INPS provvede ad assistere finanziariamente gli aventi diritto, ovvero varie categorie di lavoratori che si rivolgono ai suoi sportelli, come in caso di assistenza familiare, situazioni di bisogno, eventi riconducibili all’attività lavorativa che richiedono il rimborso economico.
In caso di malattia, infortunio, licenziamento, situazioni che momentaneamente o definitivamente interrompono l’attività lavorativa. L’indennità viene riconosciuta dall’INPS ai lavoratori al fine di prolungare il reddito se le condizioni lo richiedono. Una struttura come l’INPS è giustificata dall’ART 38 della Costituzione che riconosce ai lavoratori il diritto di disporre di mezzi adeguati al loro sostentamento, in caso di vecchiaia, invalidità, disoccupazione involontaria (licenziamento).
La Costituzione prevede anche che ogni cittadino sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale e in questo senso c’è proprio una lista di categorie protette (invalidi civili, vedove, orfani, ecc.) cui l’Ente di previdenza può destinare i fondi relativi alla sussistenza. In particolare, l’assistenza economica viene erogata in caso di infortuni, malattie professionali e comuni, la tubercolosi, la disoccupazione,l’invalidità, la vecchiaia.
Ci sono poi le forme di tutela riguardanti la maternità, per i familiari a carico, nel caso di assenza per malattia dal lavoro. L’INPS provvede, attraverso la AGO, ovvero l’Assicurazione Generale Obbligatoria alle seguenti prestazioni: Pensione di vecchiaia, Pensione di Invalidità, Pensione di inabilità, Assegno di invalidità, Pensione ai superstiti, Pensione supplementare di vecchiaia. Questo modello è oggi superato e viene integrato con nuove norme legislative che vedono una relazione più importante con il datore di lavoro, che è obbligato a versare dei contributi sulla retribuzione da corrispondere al lavoratore.
I cambiamenti che l’INPS ha avuto in questi anni sono relativi al contenimento della spesa in favore dell’innalzamento dell’età pensionabile, all’inasprimento dei contributi e al riproporzionamento delle rendite in relazione alla contribuzione complessiva della vita di un lavoratore medio.
Con la legge 335 del 1995 è stata introdotta la previdenza complementare che consiste nella possibilità di investire i contributi da parte di gestori specializzati in azioni, titoli di stato, quote di fondi comuni di investimento. A che serve? E’ un modo per garantire al pensionato un reddito che possa avvicinarsi alle sue ultime retribuzioni, dal momento che l’andamento pensionistico tenderà sempre di più a scendere. L’ultima legge, la 247/2007, prevede la totalizzazione dei requisiti di accessibilità e soprattutto la possibilità di cumulare tutta la contribuzione previdenziale anche in diversi regimi pensionistici. In questo panorama, i dipendenti pubblici sono quelli più avvantaggiati poiché ad essi, per vecchiaia e invalidità provvede direttamente lo stato, il loro Datore di lavoro.
Quindi, per concludere, nel caso di un lavoratore privato, i contributi all’INPS li paga il Datore di lavoro ( compresi gli assegni familiari ), la novità principale è la Ricongiunzione che consiste nel cumulare tutta la contribuzione anche se si proviene da sistemi contributivi diversi ( diversi lavori in cui si è versato contributi a fini pensionistici). Per ogni delucidazione, l’INPS possiede un numero verde( 803 164), un sito internet ben fatto, sportelli a cui chiedere tutte le informazioni possibili, poiché, nell’epoca di Internet 2.0, anche un Ente come L’INPS si è snellito e modernizzato. E’ chiaro che non tutti saranno contenti delle prestazioni INPS ma finché esiste, è importante tutelarlo e soprattutto miglioralo laddove è possibile, per il sistema contributivo generale che non dovrebbe pesare troppo sulle spalle dei lavoratori ma neanche delle imprese.

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