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Italia - Le ragioni del si alla riforma costituzionale (19/02/2016)

L'approvazione definitiva al Senato della riforma costituzionale rappresenta certamente un fatto storico.

| Scritto da Redazione
Italia - Le ragioni del si alla riforma costituzionale (19/02/2016) Italia - Le ragioni del si alla riforma costituzionale (19/02/2016)

Dopo trent'anni di discussioni, in cui tutte le parti politiche hanno tentato di cambiare la seconda parte della Costituzione per rendere il nostro sistema istituzionale più moderno ed efficace per i cittadini, il Parlamento finalmente lo ha fatto. 

I 180 senatori che hanno votato la riforma hanno dato al Paese un messaggio importante e positivo che fa bene alla nostra democrazia. 

In questi anni la crisi della politica, la distanza tra cittadini partiti e istituzioni sono cresciute. Solo dimostrando la volontà di cambiare e di cambiare mettendo prima in discussione se stessi, il Parlamento e la politica possono ricostruire quel rapporto forte tra cittadini, Stato e democrazia di cui il Paese ha bisogno. 

I senatori che scelgono di superare l'attuale Senato, tagliare 320 parlamentari, sono il segnale che la politica è capace di cambiare, andando oltre agli interessi particolari o alle rendite di posizione personali, per guardare all'interesse generale.

Questa riforma serve al Paese, sbaglia chi dice che si è perso tempo a discuterla mentre i problemi dell'Italia sono altri: costruire uno Stato più efficiente, meno burocratico, ridurre i costi e i privilegi della politica, restituire credibilità alle istituzioni, sono condizioni fondamentali per rispondere ai problemi dei cittadini e difendere la nostra democrazia.

Con la riforma si supera finalmente il bicameralismo perfetto che prevede che ogni legge debba essere approvata in Camera e Senato, sarà solo la Camera a legiferare e a dare la fiducia al Governo e il Senato, che voterà con la Camera solo le leggi e gli organi costituzionali, rappresenterà le autonomie territoriali (Regioni e Comuni) e si occuperà del rapporti tra Stato, Enti territoriali e Europa. Il nuovo Senato sarà costituito da 100 membri eletti tra i sindaci e i consiglieri regionali che svolgeranno questo ruolo di rappresentanza senza alcuna indennità aggiuntiva. Oltre a ciò si cancellano dalla Costituzione le Provincie e il CNEL, si creano strumenti che definiscono corsie preferenziali e tempi certi, sia per le leggi proposte dal Governo, riducendo gli spazi per la decretazione d'urgenza, sia per le leggi di iniziativa popolare; e si pongono tetti agli stipendi e alle spese dei consigli regionali. Ancora si interviene per rafforzare gli strumenti di democrazia diretta: si facilita la presentazione e la discussione delle leggi di iniziativa popolare, si cambiano le regole del referendum abrogativo per impedire che il quorum, così come avviene ora, diventi uno strumento per vanificarlo e si introduce l'istituto del referendum propositivo o di indirizzo. C'è molto altro in questa riforma e ci sarà tempo e modo per informarsi e approfondire nei prossimi mesi in vista del referendum.

Perché alla fine, in autunno, saranno gli elettori a dover confermare questa riforma. Saranno i cittadini italiani a scegliere se sostenere il cambiamento, la costruzione di uno Stato più moderno e funzionante, o lasciare le cose come stanno. Personalmente sono orgoglioso di essere tra i senatori che hanno approvato la riforma e che hanno dimostrato di lavorare pensando all'interesse generale e non ad altro. Continuare ad evocare la necessità di cambiare, come fanno molti da destra a sinistra, senza mai accettare il cambiamento, anzi contrastandolo, difendendo sempre l'esistente, non aiuta l'Italia è neppure la nostra democrazia. Dire NO a questa riforma significa lasciare le cose come stanno, perdere una occasione straordinaria per cambiare davvero e in meglio il nostro Paese, per riscrivere il patto tra cittadini e istituzioni. Il referendum è una occasione storica per confermare la volontà degli italiani di innovare dopo decenni di immobilismo. Promuovere i comitati per il SI, per informare, spiegare e confrontarsi sulla riforma sarà il nostro impegno nei prossimi mesi.

 

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