Domenica, 19 maggio 2024 - ore 21.11

L’Associazione Gabbie Vuote denuncia: ‘Se questo è un cane’

Nel Mezzogiorno d’Italia le Amministrazioni chiedono di non nutrire i cani abbandonati, per evitare che raggiungano la maturità e muoiano cuccioli

| Scritto da Redazione
L’Associazione Gabbie Vuote denuncia: ‘Se questo è un cane’

Possiamo chiamarci “umani”? Sì, possiamo, perché ogni barbarie ci appartiene. Non siamo civili né compassionevoli, e quelli di noi che sono cattolici, neppure francescani. Riduciamo il miglior amico dell’uomo a un essere scorticato, degradato, privato di ogni dignità, preda della sofferenza fisica e psichica, un essere arreso, incapace di reazioni, di guardare il suo mondo se non con occhi privi di luce. Osservando questo cane si capiscono i lager di uomini e di animali che abbiamo inventato, si percepisce la profondità di quel buco nero che l’uomo ha scavato per sotterrare ogni valore, ogni poesia, ogni bellezza, ogni innocenza. Un’umanità che tratta i cani (e di conseguenza gli uomini: «Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro». Pitagora) come quello nella fotografia, ma anche peggio, è ridotta a un meccanismo senz’anima, a un corpo senza emozioni, a una mente senza pensieri.

Ci auguriamo che chi ancora sente pulsare un battito di coscienza dentro di sé agisca, con i mezzi che gli sono congeniali, pubblicizzi, protesti, si aggrappi a tutto pur di non lasciare che i cani, animali con i quali abbiamo percorso il sentiero dell’evoluzione, che ci hanno insegnato ad amare rompendo le barriere di specie, che ancora ci soccorrono, ci aiutano, ci accompagnano nel breve percorso della vita, restino ombre di dolore in questo Paese che ha perso la dignità.

Mariangela Corrieri, Presidente dell’Associazione Gabbie Vuote (Firenze)

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