Domenica, 05 maggio 2024 - ore 12.18

L’inceneritore di San Rocco va chiuso |AmbienteScienze e CreaFuturo

Dal punto di vista tecnico l’inceneritore di San Rocco è una macchina poco efficiente e troppo costosa per il suo mantenimento.

| Scritto da Redazione
L’inceneritore di San Rocco va chiuso |AmbienteScienze e CreaFuturo

In questi giorni al livello locale si è tornati a parlare del futuro dell’inceneritore di Cremona che va ricordato essere tra i più obsoleti e inquinanti dei 13 impianti lombardi, al punto che lo stesso Consiglio regionale della Lombardia lo aveva compreso più di un anno fa tra i quattro da dismettere.

Il Circolo culturale “AmbienteScienze” e il Coordinamento “CreaFuturo” di Cremona, avendo dedicato studio e ricerca al tema con il sostegno e la condivisione di altre sette associazioni, hanno ritenuto di dovere puntualizzare, almeno per accenni, alcuni aspetti, avendo l’impressione che nel dibattito locale  ci sia una sottovalutazione della urgenza del suo dimissionamento e della concreta possibilità della sua chiusura, senza danni finanziari per la proprietà e con vantaggi invece per la comunità.

Dal punto di vista tecnico l’inceneritore di San Rocco è una macchina poco efficiente e troppo costosa per il suo mantenimento:

A)Il rendimento termico relativo alla produzione di calore per Il fabbisogno del sistema di Teleriscaldamento della città, coperto dall’inceneritore per il 38%, è del  27%;

B)il rendimento elettrico ha valori poco significativi (il 5,6%);

C)la produzione del calore necessario per il suddetto teleriscaldamento, ora fornito dall’impianto di San Rocco, sarebbe da subito rimpiazzabile a costo zero, mettendo in funzione gli impianti termici alternativi già esistenti;

D)la quantità attuale annua di rifiuti bruciati (circa 65.000 ton.) per ragioni costruttive non e' incrementabile, a dispetto delle 119.000 ton. nominali.

Dal punto di vista sanitario non può non preoccupare il discutibile approccio culturale al problema dell’inquinamento atmosferico in relazione alla salute dei cittadini.

Il “particolato fine” PM2,5, oltre che certamente cancerogeno come il PM10 (“Gruppo 1” – “Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS), è unanimemente ritenuto il più pericoloso perché praticamente non filtrabile per le sue dimensioni infinitesimali. A fronte di ciò, l’AEM S.p.a., di totale proprietà dei cittadini cremonesi, sulle pagine 38 e 74 del suo “Rapporto ambientale 2014” scrive: ««Le polveri sottili generate dal processo di combustione dei rifiuti sono in massima parte trattenute dai filtri. Solo la parte più fine può essere presente nelle emissioni al camino.»

Cremona nel 2012 ha fatto registrare con 37 µg/m3, rispetto ai 25 µg/m3 indicati come “valore obiettivo” (dal 1/1/2015 limite di legge) la media giornaliera annuale di concentrazione, il dato negativo più alto delle città italiane. Nella decade 8-17 febbraio le PM10, il giorno 13 hanno raggiunto i 142 µg/m3 (limite di legge 50 µg/m3) e le pericolosissime e citate PM2,5 addirittura i 139 µg/m3.

Mentre restano a disposizione per  qualsiasi pubblico confronto, a chi fosse interessato ad un approfondimento e/o a conoscere i criteri di calcolo adottati e/o le fonti da cui sono state assunte tutte le informazioni date, “AmbienteScienze” e “CreaFuturo” consigliano la consultazione del dossier “La questione dell’inceneritore di Cremona - Alternative” scaricabile dal sito: http://www.worldwewant.org/wp-content/uploads/2015/01/Dossier-inceneritore112.pdf. 

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