La lettera di Arnaldo De Porti: ‘Audi bruciata. Ma è mai possibile che…’

Caro Direttore,

ieri abbiamo appreso che la macchina più ricercata dalle forze dell’ordine è stata ritrovata bruciata in una stradina di campagna in località Onè di Fonte, nel trevigiano. Oggettivamente trovo molto strano e anche sconcertante che in tutto il tempo che ha preceduto l’incendio del cosiddetto bolide giallo, nessuno mai, salvo i soliti bla bla sempre informati, non abbiano notato la presenza di questa macchina che sembra aver percorso non solo buona parte del Nordest, ma anche l’Austria, tanto da dover fantasticare che essa non abbia seguito linee dritte di strade-autostrade, ma - lasciatemelo dire - abbia seguito un tracciato simile alle oscillazioni di un elettrocardiogramma, se è ben vero che la vettura veniva avvistata geograficamente sia a nord sia a sud… nell’arco di poche ore.

Detto questo, e la cosa mi preoccupa non poco, c’è da chiedersi come mai, sulla base di segnalazioni regionali, è facile beccare un automobilista che, per esempio, non ha pagato il bollo di circolazione, mentre si rivela impossibile individuare una vettura che circola a velocità pazza in mezzo a noi e, per di più, dai colori vistosissimi. In una settimana, ci sarà pure stato qualcuno che, dopo tanto chiasso mediatico, semplicemente spinto da curiosità, non abbia dato una scorsa nei pressi di casa sua, o ancora meglio, nei campi, ove, qualche contadino di testa calda, ti “spara” se “rubi” un grappolo d’uva o una pannocchia… per arredare la cantina.

La vicenda lascia l’amaro in bocca e non è certo un sintomo di tranquillità. Di certo, tali delinquenti abitano vicini a noi e lo si evince dal fatto che essi conoscessero così bene il posto per incendiare la macchina, posto normalmente usato dalle coppiette che desiderano appartarsi.

Arnaldo De Porti (Feltre)