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La situazione è grave. È grave per la sinistra italiana |S.Denti

| Scritto da Redazione
La situazione è grave. È grave per la sinistra italiana |S.Denti

La situazione è grave. È grave per la sinistra italiana |S.Denti
Cari Compagne /Compagni  e NON. La situazione è grave. È grave per la sinistra italiana, per il centro- sinistra italiano, per la Repubblica. Una crisi di sistema e che viene da lontano, ma che oggi sta vivendo la sua fase più acuta.

La vicenda della rielezione del Presidente della Repubblica ha evidenziato in modo preoccupante l’incapacità del Parlamento, dei partiti, della classe dirigente, dell’intero sistema democratico di funzionare in modo adeguato non nella realtà. Questo mentre la situazione economica si aggrava diffondendo

povertà, disoccupazione, ingiustizie e allarme sociale.    Per reagire a questa

situazione di fatto occorre una risposta politica alta, strutturata, consapevole delle proprie responsabilità.

E invece il panorama offerto dalla cronaca è tutt’altro.

Quello di una destra come mero comitato d’affari personali, concentrato di pulsioni anti-democratiche, anti-costituzionali, reazionarie, corriva con il peggio della società italiana. Tutti gli altri tentativi di proporne un profilo più moderno, democratico ed europeo sono falliti: da Casini, a Fini, ai vari “Terzi Poli”, da ultimo Monti.

Anche il PD, che doveva essere l’altra gamba del “bipolarismo” italiano si è mostrato invece un potente fattore di crisi di sistema. È un progetto fallito, non solo per insipienza tattica, ma per vizio strategico. Il fallimento era scritto nel suo codice genetico, frutto dell’equivoco di fondo di tenere insieme ciò che in una condizione di normalità andrebbe distinto:

sinistra e centro, moderati e riformatori, ex-democristiani ed ex-comunisti.

Nati per rappresentare l’alternativa a Berlusconi, ne hanno invece garantito la perpetuazione, l’inamovibilità dal centro della scena politica nazionale.

Confermatasi clamorosamente con la nascita del governo Letta, nonostante la sconfitta elettorale e la perdita di milioni di voti.

Il PD ha perso con Veltroni e con Bersani, in versione moderata e in versione laburista, come “partito a vocazione maggioritaria” e come partito “coalizionale”. Le stesse “primarie”, presentate come il nuovo strumento democratico del XXI secolo, si sono rivelate solo vettore di disastro politico ed elettorale per Prodi nel 2006, per Veltroni nel 2008, per Bersani nel 2013.

Questi i risultati del ‘nuovismo’, di una cultura della democrazia improvvisata e trallaziana.

A questo si aggiunga che dopo il fallimento di Bersani il partito è rimasto schiacciato a destra sull’asse Letta-Renzi e legato ad un’esperienza di governo succube a Berlusconi.

Per non dire della sinistra. Il Paese delle “due sinistre” si trova da anni senza nessuna sinistra (Socialista). Né radicale, né riformista, né parlamentare, né dei movimenti.

La verità è che anche qui dopo la scomparsa dei grandi soggetti storici della democrazia italiana: dal Partito comunista, al Partito socialista, alla tradizione laico-repubblicana, nulla è rimasto di serio ed adeguato.

La parabola di Rifondazione è stata mesta e senza sbocco, come dimostrato da ultimo dallo svanire del progetto di “Federazione della Sinistra”.

La proposta di Ingroia è finita, come inevitabile, nel nulla.

Quanto a Sinistra ecologia e libertà è un altro dei fattori gravi della crisi attuale. Quello di Vendola è stato sin dagli inizi un progetto politico asfittico e miope, lo sciagurato slogan “non voglio un partito ma riaprire la partita” ha portato a non avere né un partito di sinistra, né la riapertura della partita politica. La tardiva riscoperta della necessità di un “nuovo partito della sinistra di governo”, per non apparire opportunistica, dovrà vedere SEL collocarsi al servizio di un più ampio processo costituente della sinistra italiana; un processo partecipato, democratico e chiaro nelle sue premesse e nei suoi fini: rifondare la sinistra per rifondare l’Italia.

La domanda urgente è allora: data la sconfitta elettorale di “Italia Bene Comune” ovvero l’ennesimo fallimento dei gruppi dirigenti del centro-sinistra italiano, che fare?

Occorre un nuovo partito della sinistra. Un nuovo centro-sinistra. Una nuova democrazia dell’alternanza. Ossia il Partito  Socialista Italiano che ha compito 120  anni

La sinistra ha bisogno di questa novità, per tornare ad essere un nuovo partito. Che sia radicato nei luoghi di lavoro, nella società, nel territorio che compia scelte Utili per la comunità in generale e non per le particolarietà, come successo nel VENTENNIO + Monti !

 

Cordialità Sergio Denti  LUPI

2013-09-17

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