Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 03.01

Lavoro Partecipativo dopo la crisi | PERBONI e ZAFFANELLI Cisl Asse del Po

Calano il reddito, i consumi, il potere d'acquisto delle famiglie e cresce la disoccupazione.

| Scritto da Redazione
Lavoro Partecipativo dopo la crisi | PERBONI e ZAFFANELLI Cisl Asse del Po

Lavoro Partecipativo dopo la crisi | PERBONI e ZAFFANELLI Cisl Asse del Po

 Calano il reddito, i consumi, il potere d'acquisto delle famiglie e cresce la disoccupazione. È l’u lt ima rilevazione dall’Istat, da cui emerge che la situazione di crisi economica e sociale è ben lontana dall'essere superata.

 A fine 2020 il reddito delle famiglie è diminuito dell’1,8%, così come i consumi sono calati del 0,2% e il potere d’acquisto si è abbassato del 2,1%. Nel corso del 2020 abbiamo perso un milione di posti di lavoro e nel 2021 la disoccupazione salirà di oltre il 9%. Un quadro macroeconomico, simile ad altri Paesi, ma che in Italia, per le debolezze presenti prima della pandemia, rischia di affossare del tutto il nostro Paese.

 Le politiche economiche adottate dal Governo italiano, come naturalmente dai paesi europei e anglosassoni, sono improntate a politiche espansive, ossia fare debito per sostenere le famiglie, le imprese e l’ec o n o m i a. Tant ’è che il deficit, che non è altro che lo sforamento del bilancio dello Stato, è cresciuto a doppia cifra, situazione che non si era nemmeno verificato durante le crisi del 2008 e del 2011. Così come il debito ha toccato il tetto più alto degli ultimi 100 anni. Lo sforzo espansivo messo in campo dal Governo con l’u lt ima manovra di scostamento di bilancio, pari 40 miliardi, con più della metà rivolti necessariamente a dare ossigeno alle imprese e partite Iva, farà volare il deficit dal 9,5% a l l’11,8%, mentre il debito sfiorerà il 160% (159,8%), record dal primo dopoguerra. Tuttavia, a spingere l’economia nei prossimi anni sarà soprattutto il Piano di Ripresa e Resilienza, che porrà in essere uno sforzo di risorse economiche positive senza precedenti nella storia recente.

 Tuttavia, queste dovranno andare a «rigenerare» il Paese generando lavoro, in luogo dei sussidi che non sradicato la povertà e creano dipendenza, per assicurare a tutti una vita degna. Affinché l’It alia esca dalla doppia emergenza sanitaria ed economica, si deve usare il Piano di Ripresa e Resilienza con l’obiettivo indicato dall’art. 3 della Costituzione, ossia di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effet t iv a partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». E per rimuovere questi ostacoli «il grande tema è il lavoro» e questo lo si crea con investimenti infrastrutturali materiali e immateriali e con politiche pubbliche che abbiano l’unico e vero «obiettivo di consentire una vita degna mediante il lavoro».

 Questo obiettivo di generare lavoro con lo sviluppo e gli investimenti su sanità, scuola, infrastrutture, politica industriale e innovazione ha bisogno di due elementi fondamentali: un grande «patto sociale» fra Governo e parti sociali e riconosce il diritto dei lavoratori a partecipare nell’imp r es a come un elemento caratterizzante del modello economico e sociale così c o m’è disegnato dall’art. 46 della Costituzione: «Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende».

 Pertanto, gli ostacoli allo sviluppo ad un modello sociale ed economico «rigenerato» e «partecipativo» saranno superati se si addiverrà al ‘Patto sociale’, nel quale inscrivere la massima condivisione e convergenza tra il Governo e le parti sociali per affrontare con riforme condivise la «rigenerazione» del Paese e, per affrontare la globalizzazione e l’internazionalizzazione dei processi produttivi che richiedono competizione di qualità, alla costruzione di un rinnovato e partecipe coinvolgimento fra le imprese e i lavoratori. Un’aggior nat a stagione di concertazione è la via maestra ad un percorso riformatore del Paese alternativo al conflitto perenne e improduttivo, che ha impedito all’Italia di uscire non solo dal tunnel della Grande Crisi, ma di superare le sfide dei cambiamenti globali e di risolvere le area di povertà che ancora l’at t anagliano.

DINO PERBONI Segretario Generale Cisl Asse del Po   (Cremona-Mantova)

IVAN ZAFFANELLI Segretario Organizzativo Cisl Asse del Po (Cremona-Mantova)

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