Sabato, 20 aprile 2024 - ore 06.22

LGH-A2A Nel negoziato l’inceneritore di san Rocco di Cremona è finito all’ultimo posto: perchè ?

Ecco alcuni i punti irrisolti di un negoziato tra A2A e Lgh che ha rinviato nel tempo e posto in altre mani la questione per noi più urgente e più scottante: la programmazione della chiusura dell’inceneritore come condizione irrinunciabile per l’accordo di partenariato.

| Scritto da Redazione
LGH-A2A Nel negoziato l’inceneritore di san Rocco di Cremona è finito all’ultimo posto: perchè ? LGH-A2A Nel negoziato l’inceneritore di san Rocco di Cremona è finito all’ultimo posto: perchè ? LGH-A2A Nel negoziato l’inceneritore di san Rocco di Cremona è finito all’ultimo posto: perchè ? LGH-A2A Nel negoziato l’inceneritore di san Rocco di Cremona è finito all’ultimo posto: perchè ?

Ai toni eccessivamente enfatici tenuti in questi giorni dall’Amministrazione comunale per giustificare l’accordo tra Lgh e A2A potremmo infierire su tanti punti deboli del negoziato con osservazioni pertinenti e sicuramente sgradevoli per i manovratori e i conformisti di turno: siete sicuri che l’accordo non crei di fatto attorno alla vecchia Lgh una nuova Società “satellite” di A2A ? Siete sicuri che questo negoziato abbia visto le persone giuste al Tavolo delle trattative per definire la gerarchia delle priorità? Siete sicuri che l’accordo non sia stato condotto sotto “dettatura”della logica della Finanza e nell’interesse prioritario delle Banche, anche nel caso del salvataggio di AEM ?

Sarà la realtà a dimostrare se questi nodi siano stati affrontati o invece riemergeranno come nodi irrisolti.

Come associazioni non abbiamo mai posto “pregiudiziali” al possibile accordo tra A2A e Lgh, ma abbiamo subordinato il giudizio sulla bontà dell’ accordo alla bontà dei contenuti. In particolare da anni abbiamo giudicato come priorità la programmazione della chiusura dell’inceneritore di Cremona in un arco di tre anni, più che sufficiente per costruire le opportune alternative, e non il suo mantenimento fino al 2024.

Ci rivolgiamo ai cittadini cremonesi: vi sembra un buon contenuto quello che scarica in altre mani, ancora più lontane dalle esigenze del nostro territorio, il destino dell’inceneritore di Cremona ?   E’ questo il mandato che, come Consiglio comunale di Cremona, è stato dato ai negoziatori ?

Noi associazioni insistiamo: l’accordo non è buono o cattivo a priori. Non ci interessa la logica propagandistica, pure legittima, di una parte politica contro l’altra. Ci interessa sapere se questo accordo tra Lgh e A2A permette al Comune di Cremona di assicurare entro la presente tornata amministrativa la decisione di programmare la chiusura dell’inceneritore.

Ci interessa che, anche dopo il 21 dicembre 2015,  sulla possibile chiusura dell’inceneritore esista una “ democrazia ascendente” e non solo quella “discendente”.  

Nel Documento allegato, sottoscritto da AmbienteScienze, Acli, Arci, Amali, Legambiente, Andiamo Oltre, A tutto Compost, CreaFuturo, Filiera Corta Solidale, ISDE Italia Medici per l’ambiente, Italia Nostra sez. di Cremona, Salviamo il Paesaggio, WWF,  troverete di nuovo i punti nodali della nostra proposta di questi anni : 1) la programmazione della chiusura dell’inceneritore è condizione indispensabile per avviare nel nostro territorio la realizzazione della “fabbrica dei materiali”. 2) La raccolta differenziata spinta ha senso se si completa con l’economia circolare. 3) Più il livello decisionale si allontana dal nostro territorio, più si rafforzano le logiche di sottovalutazione degli aspetti sanitari e ambientali, come dimostra il comportamento di A2A nel caso dell’inceneritore di Brescia, attualmente all’attenzione della Procura di quella città. 4)  Le condizioni migliori per la nostra città si conquistano adesso, nel primo tempo del negoziato, con la quota di potere contrattuale che ancora ha il Comune di Cremona in Lgh, dopo sarà più difficile se non troppo tardi.  5) Ci sono esperienze amministrative che hanno visto possibile realizzare questi obiettivi: Reggio Emilia e, in questi giorni, l’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio che verrà chiuso nel 2017, malgrado abbia un mancato accantonamento per la sua dismissione di 28 milioni di euro ( l’inceneritore di Cremona ne ha 20, dunque 8 in meno).

Come i cittadini di Cremona sanno, si è aperto sull’inceneritore di Cremona un fronte giudiziario. Come associazioni e come cittadini legati alla nostra comunità locale abbiamo deciso di inviare alla Procura una nostra Memoria scritta, per sollevare il problema emissione di diossine, sempre poco presente nei Rapporti del gestore. 

Ci auguriamo che in questa fase cruciale della storia del nostro pianeta il Comune di Cremona decida di essere in piena sintonia e coerenza con gli obiettivi concordati a Parigi sui cambiamenti climatici e sulla drastica riduzione dei gas serra e sappia far maturare la scelta strategica dell’economia circolare anche nel nostro territorio, come sollecita con notevoli finanziamenti la stessa Commissione Europea. 

Ci auguriamo che in questa fase cruciale della nostra storia locale il Comune di Cremona non sia prigioniero della “camicia di forza” del modello esistente e sappia superare le logiche di puro cinismo della “ ragion di Stato”o di rassegnata conservazione. La nostra città ha bisogno di tanto coraggio e di un vero cambiamento che non verranno mai dall’alto. La nostra città ha bisogno di fatti e non di promesse o, peggio, di una propaganda che maschera la realtà.

La chiusura dell’inceneritore risponde ad esigenze ambientali, climatiche e sanitarie per la grande quantità di CO2 e polveri sottili che emette. Ma risponde anche ad una logica di innovazione economica e sociale: lasciare il posto alla Fabbrica dei materiali per il recupero, riuso, riciclo dei rifiuti come risorsa.  Questa nuova frontiera dell’economia circolare prevede il ricorso a nuove piattaforme industriali per ottenere dai rifiuti materie prime-seconde e si avvale di nuove tecnologie sostenibili, non inquinanti, capaci di creare più posti di lavoro e meno costose degli stessi inceneritori che ormai stanno diventando  tecnologie superate, oltre che inquinanti.

Il nostro obiettivo: liberare Cremona dall’inceneritore, dalla marginalità e dall’arretratezza economica, far contare i cittadini. Inserire Cremona nelle nuove frontiere dell’innovazione e nell’economia circolare. Con i fatti.   

I rappresentanti delle associazioni del Documento “ Prima che sia troppo tardi”

Inviamo in allegato il Documento “ Prima che sia troppo tardi ”sottoscritto da AmbienteScienze, Acli, Arci, Amali, Legambiente, Andiamo Oltre, A tutto compost, CreaFuturo, Filiera Corta Solidale, ISDE Italia Medici per l’Ambiente, Italia Nostra sez. di Cremona, Salviamo il paesaggio, WWF

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