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Libera circolazione e prestazioni di sicurezza sociale: una guida Ue

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Libera circolazione e prestazioni di sicurezza sociale: una guida Ue

Lavoro, Welfare. Libera circolazione e prestazioni di sicurezza sociale: una guida Ue
La Commissione europea pubblica una “"guida pratica" sulla determinazione della residenza abituale. Obiettivo: aiutare gli Stati membri ad applicare le prestazioni di sicurezza sociale ai cittadini che si sono trasferiti da un paese all'altro

Libera circolazione e prestazioni di sicurezza sociale: guida Ue

Una “guida pratica” sulla determinazione della residenza abituale per aiutare gli Stati membri ad applicare le prestazioni di sicurezza sociale ai cittadini che si sono trasferiti da un paese all’altro dell’Unione europea. La guida è stata pubblicata dalla Commissione Ue.

Il documento – informa la Commissione – “chiarisce ulteriormente il criterio della residenza abituale applicato nell'Ue e ne facilita l’applicazione pratica da parte delle autorità degli Stati membri”.

La guida, redatta in collaborazione con gli Stati membri, chiarisce le diverse nozioni di “residenza abituale” e di “residenza temporanea” o di “soggiorno”. Tali definizioni, stabilite dal diritto dell'UE (regolamento CE/883/2004 modificato da ultimo dal regolamento UE/465/2012), sono necessarie per determinare quale Stato membro sia competente per l’erogazione delle prestazioni di sicurezza sociale ai cittadini dell’UE che si spostano tra gli Stati membri. Il diritto dell’Ue prevede che ci sia un solo luogo di residenza abituale; pertanto, l'erogazione delle prestazioni di sicurezza sociale basate sulla residenza compete ad un unico Stato membro.

I lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi possono fruire delle prestazioni di sicurezza sociale nel paese in cui lavorano e le persone non attive (ad esempio, i pensionati e gli studenti) nello Stato membro di “residenza abituale”. La determinazione dello Stato membro di “residenza abituale” è importante anche per i lavoratori che esercitano la loro attività in più di uno Stato membro.

“Il diritto dell'Unione prevede chiare misure di salvaguardia che impediscono ai cittadini di abusare dei regimi di sicurezza sociale di altri paesi dell'Unione”. Così László Andor, commissario per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione. “Tale guida – prosegue Andor - consentirà alle autorità degli Stati membri di applicare più facilmente nella pratica le misure di salvaguardia del criterio di residenza abituale. La guida rientra tra le attuali azioni della Commissione volte a facilitare la libera circolazione delle persone all'interno dell'UE”.

La guida ricorda i criteri specifici di cui tener conto per determinare la “residenza abituale” di una persona, vale a dire: situazione familiare e legami familiari;

durata e continuità della presenza sul territorio dello Stato membro interessato;

situazione relativa all’occupazione (in particolare il luogo in cui è esercitata abitualmente l’attività, il carattere stabile dell’attività e la durata del contratto di lavoro);

esercizio di un’attività non remunerata;

per gli studenti, fonte del loro reddito;

carattere permanente della situazione abitativa dell'interessato;

Stato membro in cui l'interessato paga le tasse;

ragioni per le quali egli si sposta;

volontà dell'interessato sulla base dell'insieme delle circostanze e degli elementi di prova concreti.

Se utile, può essere tenuto conto anche di altri fattori. La guida fornisce inoltre esempi concreti e orientamenti sui casi in cui la determinazione del luogo di residenza può risultare difficile, ad esempio quando si tratta di lavoratori frontalieri, lavoratori stagionali, lavoratori distaccati, studenti, pensionati e persone inattive fortemente mobili. Ad esempio, per un cittadino britannico che va in pensione in Portogallo dove trascorre la maggior parte del tempo, il luogo di residenza abituale sarà questo paese, anche se nel Regno Unito possiede ancora una casa e continua a mantenere legami culturali ed economici.

La guida sulla determinazione della residenza abituale è parte integrante di un manuale più ampio destinato ad aiutare le istituzioni, i datori di lavoro e i cittadini a determinare quale normativa nazionale in materia di sicurezza sociale debba applicarsi in circostanze specifiche. Il manuale illustra inoltre le norme che si applicano ai lavoratori distaccati e alle persone che lavorano in due o più Stati membri, comprese le norme applicabili ai lavoratori del settore dei trasporti, in particolare ai membri del personale di volo e di cabina

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2014/01/13/108276/libera-circolazione-e-prestazioni-di-sicurezza-sociale-una-guida-ue

2014-01-14

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